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Visualizzazione dei post da gennaio, 2024

La fotografia è quella che si fa per forza di levare.

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Parafrasando Michelangelo, si può considerare che in essenza il fotografico è un levare. Estendendo il concetto, in realtà lo stesso pensiero critico funziona così. La realtà sensoriale nella quale gli umani vivono non consente altro che di essere vissuta nel proprio tempo biologico, che scorre implacabile dalla culla alla tomba. Per poter intervenire con qualsiasi azione di cambiamento è indispensabile riuscire a isolare dalla totalità gli elementi utili che rivelano le potenzialità necessarie. Con un bagaglio istintuale di specie ridotto all'osso, agli umani non resta che sviluppare proprio il senso critico come strumento di sopravvivenza. La critica è questo: separazione dal tutto e individuazione delle parti fondanti. Tornando al fotografico, ogni immagine ottenuta con la fotocamera è per sua natura una parte del tutto visibile. Le fotografie non nascono dal nulla, ma prendono tracce ottiche di come la luce visibile dagli occhi umani agisce sulle cose. Sono tracce parziali, un

Ma cos'è la Destra, cos'è la Sinistra?

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Come Giorgio Gaber ironicamente cantava, la domanda di fondo è proprio questa. Guardando agli umani, come specie, si può notare che abbiamo una tendenza nativa a raggrupparci per similitudini. Siano esse fisiche, psicologiche, biologiche, comportamentali, simboliche o altre. Forse questo è il tratto più distintivo della nostra specie. In questo senso, è possibile considerare due direzioni opposte nei fatti: la prima converge verso la massima unità della specie umana, la seconda verso la massima separazione. Se si leggono i fenomeni con questo approccio in mente, ecco che si chiariscono molte vicende. Un'azione di Sinistra tenderà a porre tutti gli umani su un piano di uguaglianza; un'azione di Destra tenderà a dividerli per gruppi omogenei di interessi contrapposti tra di loro. Le due tendenze sono per questo antitetiche, in conflitto perenne e oggettivamente irraggiungibili del tutto. Comportano però sempre delle conseguenze pratiche, anche tragiche, nella realtà degli umani.

Le fotografie dell'Albertina.

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Segnalo una chicca. Fino al 28 luglio 2024 si succederanno alla Pinacoteca Albertina tre mostre dedicate alla raccolta fotografica dell'Accademia di Belle Arti di Torino. La prima, La fotografia e le arti -  didattica e ricerca artistica ,  chiuderà il 21 gennaio e presenta immagini realizzate e usate nella didattica accademica dagli albori della fotografia. In mostra si trovano anche stampe originali di autori come Édouard Baldus e Gustave Le Gray , due dei fotografi della mitica Mission Héliographique  (1851) e Charles Marville , che fotografò il centro di Parigi negli anni Sessanta dell'Ottocento, prima che venisse completamente trasformato dal riassetto urbanistico voluto dal Barone Hausmann. Particolarmente riuscito e suggestivo l'allestimento, che si inserisce con grande armonia nelle sale della collezione permanente della Pinacoteca. Le mostre successive saranno: L'Ottocento fotografa il Medioevo (30 gennaio - 21 aprile 2024); Oltre il Gran Tour - Orientalismi

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