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Visualizzazione dei post da 2017

Sarà tre volte Natale.

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Eccoci ad un giorno come gli altri. Lo hanno dedicato ad un santo dei cartoni animati. In genere, lo si vive facendo i conti con i trecentosessantaquattro o cinque giorni precedenti e nel contempo si butta un sasso nello stagno dei successivi identici giorni. Un'attività con poco o nessun senso. La tradizione troppo spesso si riduce a questo: ripetere azioni, gesti, pensieri perché si è sempre fatto così. Rassicura, fa sentire meno soli. Repetita non i uvant per niente. Ripetere tanto per farlo è la peggiore delle attività possibili. Così come scrivere un blog perché si pensa che qualcuno se lo aspetti. Volo di vanità. O anche fotografare perché lo si è sempre fatto e niente impedisce di continuare a farlo. La tradizione, intesa così, è la fine delle cose. La memoria si riduce ad una sequenza a termine di pochi fatti, ma ripetuti allo sfinimento. Meglio non averla la memoria. Serve solo ai vecchi per rimestare nei loro errori. I giovani non hanno memoria. Che memoria hai a du

Essere utile.

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Dopo il lavoro, sempre più del previsto. Dopo averlo proposto in una giornata di studio intensa, partecipata, resta la sensazione più importante: quella di essere stato utile. Una soddisfazione che ripaga di tutto. Vedere poi che si riesce persino a suscitare degli entusiasmi, delle curiosità, dei nuovi pensieri è quanto di meglio si possa sperare. Utile quindi a dare inneschi o a rinfocolarli. Il movimento delle idee, delle pratiche, lo scorrere del tempo verso qualcosa che attrae, che interroga, che spinge in avanti. Studiare, sperimentare, spostare, anche tornando indietro, a volte, per ripartire da una strada imprevista o non vista prima. La storia è tutto questo. Non un'infilata di vicende fisse, stabilite una volta per sempre, pronte e confezionate per diventare dei miti da ripetere e adorare. L'approccio storico ha qualcosa dell'indagine investigativa. Documenti, tracce, testimonianze. Affrontando le questioni da punti di vista sempre diversi, tutto si allinea d

Le fotografie esistono.

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Proprio ieri sera mi è capitato di partecipare ad una discussione nella quale persone che a diverso titolo hanno a che fare con le fotografie non riuscivano nemmeno a rendersi conto di operare all'interno di un unico ambito culturale. Frammentate nelle loro visioni parziali, dettate dai ruoli rivestiti, innanzitutto quello pubblico avverso a quello privato: in sostanza chi gode del 27 del mese e chi no; chi ha un ruolo perché gli è stato assegnato e chi se lo è dato da se stesso. Ma non solo, si oscillava anche tra chi considerava le fotografie come legante sufficiente e chi pur accettando la pluralità dell'accezione arrivava a sostenere che la fotografia come ambito non esistesse, che tutto si risolve all'interno dell'arte contemporanea. Anche perché la professione è morta, l'amatorialismo non è pervenuto e comunque ormai tutto è interdisciplinare, mescolato, ibrido, e chi più mischia meglio è. Insomma abbiamo archivi pieni di robe morte, chiamate fotografie,

REST ANNUAL 2017.

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REST ANNUAL 2017 56 COVER PHOTOS FROM THE FACEBOOK GROUP WE DO THE REST REST è una rivista On Demand di fotografie senza parole. I fotografi selezionati per REST realizzano serialità con immagini interessanti. REST cambia la priorità. La percezione visiva è la prima forma di conoscenza: istintiva, pre-verbale. Se avete bisogno delle parole chiedete direttamente ai fotografi. REST pensa: se un'immagine non funziona, centinaia, migliaia o milioni di parole non potranno salvarla. REST is an On Demand photographic magazine without words . The photographers selected for REST carry out good projects with interesting pictures. REST wants to change the priority. The visual perception is the first form of knowledge: instinctive, pre-verbal. If you need words, ask the photographers directly. REST thinks: if an image doesn't work, a hundred, a thousand, or a million words won't be enough to save it. Uscite precedenti. Previous issues. REST 12 BRIATTA FIO

REST QUEST: Gianni Zanni.

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Come si intitola la serie pubblicata su REST e di quante immagini è composta? Il titolo della serie è UTOPIA . Quali intenzioni ti hanno guidato nell'impostazione della serie? UTOPIA L’orizzonte come stimolo per continuare a credere alla capacità di estendere oltre i limiti di una visione appiattita sempre su schemi e convenzioni utili per il grande premio per la fotografia dell’anno. Minimi dettagli da affrontare con la mente o con la lente dell’investigatore per ritrovare quelle tracce originali di un nuovo processo fotografico ormai distaccato dalla pratica chimica e attento ad evitare le nuove  perversioni neo pittoriche. La scelta è quella di un territorio al limite dove è possibile ritrovare le tracce, dove è possibile segnarne delle nuove che ci portano a scoprire dove sono finiti i nostri sensi e le nostre memorie, ciò che ha contribuito a rendere possibile la nuova traccia, la nuova immagine grazie ad un sensore con una sensibilità che permette di registrare quello

La fotografia diretta e la memoria.

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Una relazione speciale tra immagine e osservazione umana si stabilisce da sempre per mezzo di quella che si chiama fotografia diretta , in inglese Straight Photography . Alla radice di questo fenomeno c'è l'istintualità, la necessità di reagire con immediatezza a qualcosa che sollecita l'attenzione. Il gesto, sempre meno ostacolato dal congegno, è quello di prendere una fotografia, o un breve video, di qualcosa che si desidera trattenere nel tempo e trasferire nello spazio, almeno come immagine, anche in movimento e persino sonorizzata. Il senso di questo gesto è però tutto da valutare. La sepoltura nel cassetto, un tempo, e nelle memorie virtuali, oggi, di un'oceano d'immagini che non saranno mai più riviste da chi le ha prese è l'indizio di una patologia. Prendere delle fotografie di ciò che ci interessa al momento fa parte anche dei gesti scaramantici, dei rituali ossessivi, quasi uno scongiuro, una richiesta inconscia di restare in vita. Fotografo dunqu

Essere fotografi o essere artisti?

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Giusto ieri ad un incontro istituzionale riservato ad operatori del settore fotografico piemontese, una voce autorevole ha posto per l'ennesima volta la famosa domanda da un milione di dollari: " come si decide se sei un fotografo o sei un artista? ". Al di là del fatto contingente, la questione ha delle conseguenze estremamente concrete. Se sei un fotografo il massimo che ti può capitare è di venire riconosciuto come autore di rilievo nazionale, o persino internazionale, ma con un'orizzonte economico vicino a quello professionale di settore. Se invece sei un artista la musica è un'altra. Cambia il contesto in cui il tuo lavoro verrà inserito, il mercato in cui verrà scambiato e la dimensione economica potenziale a cui potrai sperare di arrivare. Risulta evidente che, secondo il principio lapalissiano più classico, è molto meglio essere artisti che fotografi. Almeno in linea teorica. Nella pratica, la crescita esponenziale dell'offerta di artisti attivi

REST 12.

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REST 12 BRIATTA FIORIELLO GIANNOTTA GUZZARDI PUGLISI RAFFINI REST è una rivista On Demand di fotografie senza parole. I fotografi selezionati per REST realizzano serialità con immagini interessanti. REST cambia la priorità. La percezione visiva è la prima forma di conoscenza: istintiva, pre-verbale. Se avete bisogno delle parole chiedete direttamente ai fotografi. REST pensa: se un'immagine non funziona, centinaia, migliaia o milioni di parole non potranno salvarla. REST is an On Demand photographic magazine without words . The photographers selected for REST carry out good projects with interesting pictures. REST wants to change the priority. The visual perception is the first form of knowledge: instinctive, pre-verbal. If you need words, ask the photographers directly. REST thinks: if an image doesn't work, a hundred, a thousand, or a million words won't be enough to save it. Uscite precedenti. Previous issues. REST 11 AMABILI CAPELLO CATALANO

Onestà, fortuna, intelligenza.

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L'onestà, qualità morale di cui tanto ci si riempie la bocca oggi, è forse la più grande menzogna mai concepita da mente umana. Dare valore ad un comportamento sincero, leale e trasparente come se fosse la soluzione di ogni problema costituisce un paradossale abbaglio. Si può onestamente non capire nulla di qualcosa, si può anche onestamente ammetterlo, ma non per questo si diventa titolati ad occuparsene. Il principio di competenza rimane ineludibile. La competenza si matura nell'esperienza sorretta dall'intelligenza, dalla capacità cioè di apprendere. Dote innata, migliorabile con l'istruzione, ma non elargibile a piacere a chicchessia. L'onestà si può insegnare, anche imporre, l'intelligenza no. Napoleone individuava una terza componente indispensabile: la fortuna. Ad un generale intelligente ne preferiva uno fortunato. La fortuna però non si possiede, ma ci possiede e a divorziare da noi è sempre essa, in genere quando meno te lo aspetti. L'intelli

REST QUEST: Vito Bellino.

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©2011 Vito Bellino, dalla serie Ling8. Come si intitola la serie pubblicata su REST e di quante immagini è composta? La serie si chiama Ling8 ed è composta da una selezione di 16 immagini. Quali intenzioni ti hanno guidato nell'impostazione della serie? L'idea è nata durante un congresso di lavoro tenutosi a Torino proprio presso il Lingotto che mi ha "forzato" alla sua frequentazione quotidiana. L'intera struttura, imponente e carica di storia, ha sempre esercitato un certo fascino su di me per cui volevo mettere a fuoco un punto di interesse cercando di coglierne un suo aspetto rappresentativo. Ho trovato molto interessanti le sue facciate e la serialità delle finestre, ma ancor di più il mondo interno che lasciavano intravedere. Infatti il legame tra l'aspetto architettonico, caratteristico della sua epoca e della sua storia (la serialità e serio grigiore della catena di montaggio), e gli ambienti interni, attualmente riconvertiti e destinati agl

L'autore, no l'opera, anzi no, l'autore.

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Ci fu un tempo in cui l'Autore, con la "A" maiuscola fu sacro. Demiurgo, genio, origine di tutto. L'adorazione dell'Autore produsse mostri. Sembrava che l'opera fosse quasi marginale, specchio, inadeguato persino, dell'unica cosa che importava veramente: l'Autore e la sua adorazione da parte dei fedelissimi. Oggi invece il pendolo della storia oscilla all'inverso. L'autore conta poco o nulla (tutti in fondo siamo autori), quasi inutile parlarne, potrebbe persino non esistere proprio, ridotto a mero funzionario dell'unica cosa che importa davvero adorare: l'opera. Ognuno se la può così adorare come crede e riunirsi nella liturgia social con i fedeli di quella particolare confessione, diversa e in perenne lotta con le altre. Non essendo più l'autore al centro, il vuoto viene riempito da coloro che "interpretano" la sua opera: critici, curatori, divulgatori, commessi viaggiatori della cultura un tanto al chilo. E nuove

REST QUEST: Michele Vittori.

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©2012 Michele Vittori, dalla serie China Cities . Come si intitola la serie pubblicata su REST e di quante immagini è composta? La serie pubblicata su Rest si intitola China cities ed è composta da un corpo di 30 immagini Quali intenzioni ti hanno guidato nell'impostazione della serie? La serie nasce dall’esplorazione del nord della Cina con un viaggio partito dalla capitale, Pechino.  Considero questo lavoro uno spartiacque nel mio approccio alla fotografia dove per la prima volta ho voluto concentrare il mio interesse sul rapporto tra l’uomo e i luoghi che abita. Quali procedure di ripresa e post produzione hai seguito? Lavoro in digitale e non seguo particolari procedure in post per alterare lo scatto, cerco di valorizzare la composizione per arrivare ad una visione personale coerente. Qual è in breve la tua storia nel fotografico? Inizio con la fotografia a 27 anni, seguendo diversi corsi che inizialmente mi portano a fotografare con un approccio piu fotogiornali

FLASHBACK, desueti si nasce.

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Ebbi già modo di definire Flashback come un'oasi nella settimanissima torinesissima di Artissima. Da quest'anno la fiera ospitata al Pala Alpitour è qualcosa di più e di meglio ancora: è desueta . Cioè riesce ad infrangere la barriera spazio-temporale istituita dagli estenuati adepti della fede in Marcel Duchamp e compie davvero il suo "ritorno al futuro". La libertà, la gioia, non solo visiva, di trovarsi in un luogo dove poter spaziare dall'antichità all'oggi sempre seguendo un unico filo rosso fatto di qualità formale, oggettuale, concettuale. Liberi da obblighi che non siano quelli del nostro esclusivo piacere sinestetico. Accorrete! Chiude domani. Se poi volete comunque farvi un poco di male, sappiate che domani alle 15 mi ritroverete tra i piedi. Farò parte di un interessante dialogo ( Sparring Partner Art ) con persone davvero competenti sul tema dell'arte e della sua comunicazione in vari modi e ruoli. Vi aspetto, meglio se numerosi, intanto

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