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Visualizzazione dei post da ottobre, 2008

OBAMA for President

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Ci sono molti buoni motivi per desiderare che Barack Obama sia il prossimo Presidente degli Stati Uniti d'America. Uno su tutti: difficilmente diventerà amico del cuore di Silvio Berlusconi, come oggi lo sono George W. Bush e Vladimir Putin. Ma, al di là di questa mia meschina soddisfazione provinciale, il motivo più importante è che venga finalmente riannodato il lungo filo democratico spezzatosi bruscamente con la "mancata" elezione di Al Gore . Sorvoliamo sulle dietrologie riguardanti quell'incidente di percorso e domandiamoci: che America avremmo avuto sotto la sua Presidenza? Quante guerre, quante bolle speculative e quanti disastri ambientali avremmo evitato? L'America è un grande paese e ormai da tanti decenni influenza, nel bene e nel male, la vita di tutto il pianeta. Che a presiederla sia un uomo, e uno staff, diretta espressione dei suoi potentati economici è un pericolo globale che non si può più correre con leggerezza. L'America deve, ripeto D

La cultura non è un pranzo di gala

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Parafrasando il famoso incipit del film " Giù la testa "  di Sergio Leone, direi che l'uomo politico più "maoista" d'Italia sta portando avanti con sempre maggiore violenza la sua Lunga Marcia per la Rivoluzione Culturale del paese. Dopo aver completamente rimodellato il pensiero collettivo grazie all'ormai più che ventennale massaggio mcluhaniano delle sue televisioni commerciali, attacca ora al cuore il nemico di sempre: la tradizionale supremazia culturale, e morale, della sinistra democratica. Per farlo, sceglie il punto più debole del suo avversario: il sistema scolastico. La tattica è molto accorta. Per prima cosa riduce la portata del finanziamento pubblico, adducendo come motivazione-paravento la imprescindibile necessità di ridurre la spesa pubblica. Com'era prevedibile, i primi a sentire il fuoco sotto i piedi non sono gli studenti, ma i docenti. La risposta dei docenti è però debole. Oscilla tra il timore privato per il proprio destino

Trieste per noi

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Stanotte parto in auto con la mia metà del cielo verso Trieste. A bordo avremo le 30 opere che esporrò domani alla Sala Fenice e un gran frullare d'immagini mentali su quella città mai vista. Quando mi giunse quest'estate l'invito ad esporvi, l'accolsi con entusiasmo anche perché finalmente avrei visto Trieste. Avrei passeggiato nella città che fin da bambino popola la mia fantasia di immagini eroiche e romantiche. Immagini nate al tempo della scuola elementare, quando in classe ci insegnavano ad amare una certa idea dell'Italia, dalle sue origini romane alla nostra Repubblica nata dalla Resistenza . Per capire il contesto, forse è bene fare una piccola digressione. Oggi suona curiosamente "alla moda", ma i bambini torinesi della mia generazione sono davvero cresciuti con un maestro unico, il mio buon Maestro Isabella di calabre origini, e il grembiulino (nero, perennemente sporco di gesso bianco per i primi due anni, poi sostituito da una più elegant

Saluti da Longarone

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Ho appena finito di vedere quel gran programma di Minoli che si chiama La storia siamo noi . Oggi per commemorare l'anniversario della tragedia del Vajont sono state rievocate le sconcertanti circostanze che provocarono il disastro. Soprattutto la catena di consapevoli falsità messa in piedi per proteggere i potenti a danno degli inermi. L'unico livello dello Stato che agì come poteva in difesa dei cittadini è il solito: quello comunale. Il Sindaco di Longarone, Giuseppe Celso, condivise tutta la vicenda con i suoi elettori e con essi trovò la morte . Inutilmente si mosse per evitare ciò che accadde. Inutilmente le comunità contadine, che da secoli abitano quelle valli, seppero cogliere nelle loro tradizioni e nell'osservazione del loro ambiente i segni dello sgretolarsi di Monte Toc , addirittura ancor prima che fossero messe in atto le azioni che lo determinarono. Da allora nessuno ha veramente pagato per ciò che è successo e nessuno pagherebbe comunque mai abbastanza. L

Ventisei fotografie

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Segnalo un lavoro che ho scoperto per caso ad Arles quest'estate. Nel chiostro dello spazio Van Gogh tra i vari banchetti di editori c'era quello di Photoworks , un'organizzazione inglese che realizza un magazine, pubblica fotolibri e produce progetti fotografici su commissione di enti pubblici. La mia attenzione fu subito attratta da un fotolibro sul paesaggio urbano e, dopo averlo brevemente sfogliato, lo acquistai d'impulso. ©2003-2006 Mark Power, 38 North from the series " 26 Different Endings " Il nome del fotografo è Mark Power e il fotolibro si intitola 26 Different Endings . Una versione web delle fotografie è visibile sul suo sito. A distanza di tempo, sono sempre più soddisfatto di questo acquisto perché l'autore ha saputo osservare i luoghi con una sensibilità certamente educata dalla tradizione anglosassone in materia, ma senza mai cadere nella stanca ripetizione di modelli acquisiti. Ognuna delle ventisei fotografie dell'opera è realizz

Ippolito nostro

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Hippolyte Bayard che sei nei cieli, l'ironia della tua beffa nel farti credere annegato per una cosa così da poco, come il disconoscimento della paternità nell'invenzione della fotografia ci guida oggi nel guardare agli allori dell'ufficialità come a mete non desiderabili per se stesse. L'entusiasmo con il quale poi praticasti la "tua" invenzione, facendo persino la prima mostra fotografica (almeno così si legge in qualche libro), ci spinge al quotidiano ben operare nella luce e nell'ombra. Il tuo blog , infine, animato da due tuoi degni discendendenti e che oggi festeggia il suo primo anno di vita, ci conforta nelle ore del ripensamento, quando più forte è la tentazione di lasciarsi annegare nell'immenso mare delle immagini fotografiche, che tutto sommerge. Amen.

Fotografare il padre

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Un amico mi ha segnalato un lavoro che ha definito: " una classica americanata costruita ad arte per commuovere ". Nel consegnarmi questo parere così negativo, mi ha però anche avvisato di ritrovarsi da solo all'interno del forum che frequenta a pensarla così. Gli altri elogiano moltissimo l'autore. Molto incuriosito, sono andato a vedere di che si trattava e, prima di procedere oltre, forse è bene che veda il lavoro anche chi mi legge, cliccando sull'immagine sottostante. © Phillip Toledano from the series " Days with my father " Visto? Cosa ve ne pare? In attesa di sentire opinioni altrui, dico la mia. Lavori sulla fine della vita di persone anziane ne ho già visti altri. In comune hanno un tema così esistenzialmente delicato che diventa difficile criticarli perché sembra di sparare sulla Croce Rossa. Nel caso specifico, vi sono diverse cose che non trovo riuscite. In primo luogo, la "confezione" molto professionale. Ogni dettaglio fototecnic

Mamma mia!

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Ieri dando un'occhiata al quotidiano di Concita la mia attenzione è stata attratta dal nome di un'attrice che da tanti anni regala al suo pubblico splendide interpretazioni: Meryl Streep . Leggevo che stavolta si era fatta coinvolgere in un'impresa un po' pazzariella diretta da una regista, Phyllida Lloyd , che veniva sinteticamente definita "lesbica dichiarata" e che c'entravano le musiche degli Abba . Siccome preferisco non sapere mai esattamente cosa andrò a vedere, non ho approfondito oltre e ho proposto la cosa alla mia metà. Detto fatto, siamo andati a vedere " Mamma mia! " Lascio ai critici e ai cinefili più sofisticati di stracciarsi le vesti. Per quanto ci riguarda, abbiamo passato 108 minuti di solare divertimento e leggerezza, come al cinema non ci accadeva da tempo. Il mio consiglio quindi è quello di lasciare per una volta a casa tutto ciò che si pensa di sapere per abbandonarsi ad una piccola festa dionisiaca dei giorni nostri

Quanti autori interessanti

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Basta dare un'occhiata ai blog dedicati alla fotografia contemporanea, alcuni dei quali segnalo anche qui, per rendersi conto di quanti autori stiano lavorando ad alto livello nel mondo. Quasi ogni giorno scopro fotografi europei, americani, asiatici che propongono cose veramente molto interessanti. Mi prende persino un po' di scoramento. Poi faccio un respiro profondo e mi dico che, in fondo, una voce in più non è di troppo. Così torno a trafficare con la mia ciliegina per osservare ciò che mi circonda.

A volte ritornano

Sentivo il bisogno di qualcosa di più agile e che richiedesse meno tempo di LUIGI WALKER per la fotografia contemporanea . Un vero flusso di appunti in libertà senza vincoli di nessun tipo. Rieccomi quindi qui, con un blog che forse durerà lo spazio di un giorno o forse per anni. Non mi pongo limiti, né obiettivi. Solo il poter scrivere quando potrò e vorrò su ciò che mi interessa.

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