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Visualizzazione dei post da maggio, 2018

Le fotografie sono importanti.

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Sarebbe una cosa da nulla, ma è un segno. Giusto ieri una di quelle pagine di Facebook, collettive e quindi anonime, quelle che per titolo hanno una frase in inglese, che fa più figo, pubblica una fotografia d'autore corredata dall'immancabile citazione erudita da uno scrittore. Gente a cui piace vincere facile insomma. La cosa mi viene segnalata da un'amica perché a lei la fotografia di quell'autore non le risulta di averla mai vista. L'attribuzione è a Luigi Ghirri. La fotografia è questa qui sopra. Ovviamente, chiedo in quel post da quale fonte abbiano ricavato che sarebbe di Luigi Ghirri e mi rispondono che ci sono diversi siti sulla rete che la riportano con quella attribuzione. Ribatto che non è diffondendo una balla ripetute volte che diventa vera e riporto il link, trovato con non più di due minuti di ricerca su Google, della pagina che annuncia una mostra di Riccardo Varini, il vero autore della fotografia: http://www.arte.it/calendario-arte/ravenn

Il fotografico di Enrico Peyrot.

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Ieri sera, nell'ambito del ciclo di eventi #HangarXFo.To a cura di Daniela Giordi , il fotografo Enrico Peyrot ha presentato una summa della sua lunga attività autoriale a partire dagli anni Settanta. Di particolare interesse è stato il racconto dell'autocostruzione dei suoi speciali banchi ottici d'alta montagna. L'approccio al fotografico di Peyrot poggia difatti le basi sul concetto, per me assolutamente valido, dell'iconografia tecnica già insita nell'immagine fotografica. Diversamente da altre forme visive, come quelle tradizionali pittoriche, una fotografia possiede un proprio stile nativo dato direttamente dal congegno e quindi fuori dalla disponibilità del fotografo. La figura autoriale viene per questo motivo a configurarsi in forma registica. Il controllo di ogni parte della produzione fotografica, dalla predisposizione della fotocamera, passando per la ripresa e infine arrivando alla realizzazione oggettuale della stampa finale, è l'unico

La signora del nono piano.

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Oggi una pianta grassa che sta sul balcone di casa continua la sua lenta fioritura. Piano, piano, sboccerà un fiore grande, bianco, con petali allungati. Un piacere per gli occhi. Quel giorno, solo per quel giorno, sarà un grande spettacolo della vita. Stamattina la signora del nono piano, che anni fa ci aveva donato la piantina da cui discende il fiore che verrà, sta in una bara in attesa della sua ultima messa. Il respiro ha deciso di smettere di darle aria, con tanta, troppa lentezza. Ci sono anche modi migliori di morire. C'è sempre una mattina così per chi resta. Poi non ce ne saranno più nemmeno per noi. L'unica risposta possibile a tutto questo è quel germoglio di fiore.

REST 15

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http://it.blurb.com/b/8713653-rest-15 In questo numero: In this issue: Emanuele FRANCO Marcello GRASSI Paolo LINDOZZI Mauro QUIRINI Paolo TARENGHI Violetta TONOLLI REST è una rivista On Demand di fotografie senza parole. I fotografi selezionati per REST realizzano serialità con immagini interessanti. REST cambia la priorità. La percezione visiva è la prima forma di conoscenza: istintiva, pre-verbale. Se avete bisogno delle parole chiedete direttamente ai fotografi. REST pensa: se un'immagine non funziona, centinaia, migliaia o milioni di parole non potranno salvarla. REST is an On Demand photographic magazine without words . The photographers selected for REST carry out good projects with interesting pictures. REST wants to change the priority. The visual perception is the first form of knowledge: instinctive, pre-verbal. If you need words, ask the photographers directly. REST thinks: if an image doesn't work, a hundred, a thousand, or a million words won

Vittore Fossati è parte essenziale.

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Vittore Fossati è parte essenziale di ciò che ci resta di una stagione irripetibile. Almeno così appare. L’epoca d’oro di un piccolo universo di fotografi gravitanti con orbite proprie attorno ad un sole per nulla antico che come una cometa attraversò molti luoghi della penisola di figure dove viviamo. “Luigi Ghirri era generoso” così dice Vittore. Non nel senso che fosse ricco e distribuisse a piene mani del suo patrimonio. Proprio in quel senso invece, se togliamo di mezzo lo sterco del diavolo e pensiamo. E guardiamo. Perché nella semplicità di un atto esistenziale che parrebbe irrinunciabile sta tutta la rivoluzione di un modo che non vuole ridursi a metodo. Pensare, liberamente. Alcune specie animali in certi momenti ci sembra che lo facciano. Noi dovremmo farlo per costituzione, invece alcune volte capita anche tra di noi. Ma non così spesso. Il tempo che si passa a pensare cosa è giusto pensare per essere ben accetti al nostro prossimo, quello che ci interessa per un motivo

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