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Visualizzazione dei post da maggio, 2014

Il falso problema della fotografia come arte.

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©2014 Fulvio Bortolozzo. Da diverse parti, e troppi anni ormai, arrivano sempre nuove voci a porre una questione assillante: "La fotografia è un'arte?". Da cui consegue: "Se sì, che genere di arte è?". A giudicare dal recente convegno internazionale di Cinisello Balsamo , al quale ero presente, mi pare di capire che simili domande sul sesso degli angeli assillino ormai solo i cervelli di miei compatrioti dediti al godimento dell'intelletto. Nel resto del mondo occidentale e occidentalizzato sembra che si studino i fenomeni culturali per come si presentano, cercando poi di darne semmai conto senza per forza incasellarli in qualche categoria aprioristica. Una logica semplice e pragmatica che non ha molta fortuna in una tra le maggiori Culle dell'Arte (così almeno ci viene rappresentata l'Italia nel selfie autoconsolatorio inoculatoci nella mente fin dalla più tenera infanzia). Cosa sia l'arte, cosa sia la fotografia sono questioni oziose p

Riportare per chi?

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Grazie all'amico Sandro Iovine ho avuto occasione di partecipare all'apertura della mostra personale del fotogiornalista professionista Ugo Lucio Borga alla galleria di Paola Meliga in via Maria Vittoria 46/c a Torino. Borga presenta il progetto " In the name of God " sulla guerra civile, per molti aspetti ormai endemica, che si svolge nella Repubblica Centrafricana , uno dei paesi più poveri della Terra. Per la realizzazione del suo lavoro l'autore ha trovato la collaborazione dell’ Onlus Amici del Centrafrica , organizzazione operativa nel paese, e dell’ Associazione Six Degrees di Torino. Scopo della mostra oltre al voler documentare l'ennesima tragedia umanitaria di cui poco o nulla si viene a sapere dai media mainstream è anche quello di raccogliere fondi attraverso le donazioni. L'approccio di Borga al tema è basato sulle migliori tradizioni del fotogiornalismo internazionale, sia sotto il profilo espressivo sia per quanto riguarda l'

Questo Paese.

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©2013 Giancarlo Rado. Diego Rizza, la moglie Anna Zurek , il figlio Tomek e Savanna ritratti in Malga Fossernica di Dentro , Caoria, Trentino, prima della chiusura dell'alpeggio estivo. Gli aggiornamenti del progetto sono  QUI Questo Paese Osservazioni fotografiche nell'Italia contemporanea A cura di Fulvio Bortolozzo Fotografie di: Antonio Armentano, Roberto Bianchi, Sandro Bini, Nino Cannizzaro, Luca Capello, Ilenio Celoria, Domenico Cipollina, Carlo Corradi, Claudia Corrent, Benedetta Falugi, Paolo Fusco, Mauro Thon Giudici, Salvatore Lembo, Andrea Lombardo, Luca Migliorini, Luca Moretti, Gaetano Paraggio, Mattia Parodi, Bruno Picca Garin, Giancarlo Rado, Mattia Sangiorgi, Tiziana Sansica, Franco Sortini, Giacomo Streliotto, Rodolfo Suppo. Gli aggiornamenti del progetto sono QUI Questo Paese vuole portare alla fotografia di paesaggio italiana un contributo proveniente dall'esperienza sociale della rete. Il progetto nasce difatti all'interno del grup

L'amore vola o almeno dovrebbe.

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Vorrei segnalare ai miei lettori un film appena uscito di Paolo Severini dal titolo " L'amore vola ". Non è ancora chiara quale sarà la sua distribuzione, ma se vi capitasse a tiro in qualche modo non perdete l'occasione di vederlo. Si tratta di un montaggio di interviste realizzate a Torino dallo stesso regista a persone in difficoltà, per traumi subiti o malattie degenerative. Il tema verso il quale conduce gli intervistati è quello della loro sessualità. Argomento quanto mai difficile da affrontare per tutta una somma di motivi. Al di là delle questioni toccate, sono rimasto molto colpito dall''approccio particolarmente equilibrato e sensibile messo in campo dal regista/attore Severini. Usando la camera con apparente disinvoltura, e persino sciatteria stilistica, costruisce invece una raffinata spirale di coinvolgimento. Non solo le persone intervistate finiscono per dire più di quanto avrebbe mai pensato possibile, persino con persone a loro intime, ma

Una storia torinese, anzi italiana.

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©2014 Fulvio Bortolozzo. Lunedì 19 maggio 2014, ore 18. Circolo dei Lettori di via Bogino a Torino, saletta completamente colma per la presentazione del libro di Daniela Trunfio edito da Prinp intitolato " Fondazione italiana per la fotografia. 1985-2006 ". Partecipano, oltre all'autrice, l'editore Dario Salani, Lorenza Bravetta, responsabile di Magnum Photos per l'Europa continentale e il giornalista de La Stampa Rocco Moliterni in veste di moderatore. L'opera raccoglie una documentazione sull'attività svolta dalla Fondazione insieme alla testimonianza diretta dell'autrice che ne percorse la vicenda al fianco di Luisella D'Alessandro, l'artefice fondamentale. Tema molto complesso questo della FIF, ancora da chiarire in vari punti, che ho avuto l'occasione di seguire direttamente in alcune sue fasi. Durante la presentazione sono state messe in evidenza le luci incontrovertibili dell'azione di Luisella e della sua creatura. Co

Una giornata a Villa Ghirlanda.

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©2014 Fulvio Bortolozzo. Sabato 17 maggio 2014 si è tenuto al MuFoCo di Villa Ghirlanda a Cinisello Balsamo, il convegno internazionale " Quale museo di fotografia oggi? " Tutte le informazioni tecniche si possono consultare ai link inseriti nella frase precedente. Nel seguirne i lavori ho ricavato davvero molti stimoli e riflessioni che non è proprio possibile esprimere compiutamente in questa sede senza scivere un post talmente lungo da risultare assolutamente indigeribile anche ai miei lettori più affezionati e volonterosi. Mi limiterò quindi a qualche spunto tra i più interessanti che mi vengono in mente. Innanzitutto, mi preme ringraziare Roberta Valtorta e il suo staff per l'impegno che mettono in ciò che fanno. L'accoglienza è stata ineccepibile. La sala del convegno era predisposta con attenzione, fatta salva l'assenza della connessione Internet rilevata dall'ultimo relatore olandese (punto su cui tornerò in seguito). Le traduzioni simultanee

Le fiabe esistono davvero, al cinema.

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Grace Kelly in una scena del film "Caccia al ladro" (1955). Lo abbiamo visto ieri sera appena uscito nelle sale. Sì, c'è ancora da qualche parte nel mondo una fiaba vecchio stile. Mai troppo lontano dal centro dell'inquadratura c'è una principessa, bella e impossibile. Attorno zucchero filato, tanti colori e la Costa Azzurra . Poi c'è il cattivo, cattivissimo. Lui vuole bombardare la fiaba, riportarvi dentro la durezza della vita di sempre. Ma non potrà. La principessa si alza in volo, allarga il suo mantello e copre di fiori di Cartier e nuvole di Dior il principato, la sua famiglia, il suo dono d'amore. Tutto finisce bene, per qualche anno ancora. Poi la vita riuscirà infine a portarsi via la fiaba, su una curva tra Cap D'Ail e La Turbie, chiamata la "coda del diavolo" appunto. Ma questo ci viene risparmiato. Si esce con negli occhi una principessa dello schermo che ne ha splendidamente incarnata un'altra. Le fiabe esistono davvero,

Ai sassi, ai biscotti e alle nuvole.

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©2014 Fulvio Bortolozzo. Non funziona così, o almeno non dovrebbe. Una fotografia non è un sasso che può assumere ogni sembianza proiettatagli sopra a capriccio di chi lo tiene in mano. Non è un biscotto, il cui profumo o sapore riporta ai tempi "che furono" di chi lo sta mordicchiando. Non è una nuvola che per pochi istanti assume le forme del desiderio di chi la trattiene negli occhi. No, non è questo. O meglio, può esserlo perché non c'è modo di impedire a nessuno di fare e capire ciò che vuole di qualsiasi cosa, ma certo è un pessimo modo, autoreferenziale fino alla più estrema vanità, di costruire una relazione con una fotografia. Sì, siamo animali "psicologici", i più complessi mai apparsi sul pianeta. Tutto soggiace ai nostri flussi psichici, ogni istante del nostro esistere ne è permeato completamente. Il successo di questa nostra specie sociale mortifera e implacabimente distruttrice di risorse è proprio lì. Però c'è un limite a tutto questo.

Torino, walk #140501.

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©2014 Fulvio Bortolozzo.

A zonzo per Reggio.

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©2014 Fulvio Bortolozzo . Come un bambino. Così, senza altro filo che lo svolazzamento leggero qui è là. Bello, che schifo, boh. Il festival della Fotografia Europea di Reggio Emilia, giunto alla IX edizione, l'ho visto come ho potuto nelle poche ore di una scappata domenicale. Troppo poco per potermi permettere ora di pontificare qui su cosa vada o non vada. Evitiamocelo quindi. Però, qualche appunto emozionale, qualche svolazzo di pensiero m'e rimasto e come mi esce lo confido ai miei manzoniani lettori. Un senso iniziale di ripetizione. Si va a San Pietro, si compera il biglietto forfettario, poi si comincia dalla punta dell'iceberg: Luigi Ghirri. Di Ghirri avevo visitato la mostra Project Prints allestita alla Manica Lunga del Castello di Rivoli un paio d'anni fa. Con delle cose indubbiamente da rivedere, dava però conto di un percorso autoriale usando un apparato allestitivo e didascalico davvero ben fatto. Penso che anche chi non conosceva proprio nulla del

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