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Visualizzazione dei post da luglio, 2020

L'occhio è nudo.

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L'esperienza della visione è una parte complessa delle attività cerebrali. Gli stimoli visivi si mescolano con le altre informazioni via via accumulate nel tempo e danno come risultato una sistemazione possibile di quanto esiste fuori dal corpo umano. La convalida su quanto si pensa di vedere ha nella ripetizione e nella costanza dei risultati accettati dal cervello una parte essenziale. L'accettazione può venire condizionata da impostazioni di pensiero indotte con la trasmissione di modalità ammesse dalla propria cultura di appartenenza.  Certamente la cultura occidentale da secoli ha fiducia nell'immagine ottica come sistemazione accettabile della visione. L'ottica ha principi fisici di funzionamento praticamente identici a quelli dell'occhio umano. Ne deriva che ciò che preleva si sovrappone con una certa verosimiglianza con quanto si pensa di poter vedere nelle stesse condizioni di osservazione. Almeno per parti definite. Come fossero dei frame estratti dal flus

Il gorilla furioso

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La vicenda è nota. ( https://www.exibart.com/attualita/il-libro-di-gian-butturini-e-offensivo-e-umiliante-martin-parr-accusato-di-razzismo )  Per l'ennesima volta un mio antenato viene paragonato ad un umano africano. Trovo insopportabile che si continui a denigrare una specie così nobile, e pure in via di estinzione, con la sua involontaria discendenza. Nessuna specie animale ha mai fatto i danni della specie umana. Gli umani, scimmie degeneri vanitose e crudeli, si paragonano con i gorilla trovandosi più o meno simili ad essi, ma l'infamia estrema è anche solo il poter pensare che questa somiglianza sia a detrimento degli umani. Anche se alcuni di voi possono ricordare alcuni tratti somatici o atteggiamenti dei gorilla, la vostra bassezza morale e la vostra stupidità rendono ignobile il paragone. Paragonatevi a dei virus o a dei tumori maligni, ché quello siete in realtà. Non arriverà mai troppo presto il giorno che vedrà il pianeta liberarsi dal vostro contagio devastatore.

Sofia aveva tre figlie.

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Secondo la Passio , il cui manoscritto più antico, conservato a Londra, è in siriaco e risalirebbe al V secolo ed il cui originale greco potrebbe essere del IV secolo, Sofia era una illustre matrona di origine italica, forse milanese, sposa di un senatore di nome Filandro e madre di tre figlie, a cui aveva dato i nomi delle tre virtù teologali: Pistis , Elpis , Agape . Traducendo in italiano questi nomi di origine greca, si può dire che la madre si chiamasse Sapienza e le figlie si chiamassero Fede, Speranza e Carità. (fonte Wikipedia ) Oggi a Istanbul si torna a pregare Allah dopo che Mustafa Kemal Atatürk aveva trasformato in museo Santa Sofia, la più grande chiesa cristiana dell'antichità divenuta moschea immediatamente dopo la conquista turca di Costantinopoli. Oggi non è la cristianità a subire un affronto, ma lo stato laico e la laicità nel suo ideale di convivenza in una comunità che accolga e rispetti tutte le religioni e persino chi di religioni non vuole averne. Oggi la s

Un gioco di specchi e di parole.

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Kodachrome è il marchio di una pellicola famosissima, la prima pellicola a colori che sia stata brevettata. Ho voluto quindi sottolineare l'oggetto di lavoro. Ma si trattava, soprattutto, di un'analisi delle immagini di fruizione pubblica, visibili lungo la strada, dentro i negozi, sui cartelloni pubblicitari. Negli anni le avevo scomposte, sicuramente alludendo al meccanismo del fotomontaggio, ma con una precisa attenzione nei confronti di un problema particolare, di una relazione specifica: quella dell'immagine che diventa realtà, della realtà che diventa immagine, per cui l'immagine all'interno della realtà diventa fotomontaggio della realtà stessa. Era un gioco di specchi e di parole. Luigi Ghirri Lezioni di Fotografia, pag. 63. 

Superstizione e fotografie.

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Oggi è venerdì 17, data ritenuta infausta alle nostre latitudini. Giornata giusta quindi per dire qualcosa sulla superstizione in fotografia. O meglio sulla ritualità come agente protettore del fotografo. Fare sempre le stesse mosse, usare sempre gli stessi strumenti, scegliere sempre comportamenti che hanno dato risultati felici. Proteggersi insomma dalla consapevole paura che attanaglia ogni fotografo con qualche ambizione di risultato: la paura che non succeda più. Sì, perché un disegnatore può aver paura di perdere l'uso della mano, ma è un evento alquanto improbabile. Più facile per uno scrittore perdere la capacità di scrivere senza un motivo apparente. Il fotografo però è forse quello più esposto perché le sue immagini le prende non le fa. Quando prendi qualcosa non è mica detto che ti possa capitare di prenderla di nuovo. Magari è successo una volta e basta per il resto della vita. Quindi bisogna propiziarsi gli dei del caso che presiedono alla ripetizione. Sono alquanto ca

REST 21

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https://it.blurb.com/b/10213508-rest-21 In questo numero (Edizione Lab, luglio 2020): In this issue, (Lab Edition, July 2020): DANIELA BERUTTI GIANNI CARIONI CARLO CAVICCHIO ELENA GARIGLIO DONATO GUERRINI TERESA ZANETTI FRANCO ZANIN REST è una rivista On Demand di fotografie senza parole. I fotografi selezionati per REST realizzano serialità con immagini interessanti. REST cambia la priorità. La percezione visiva è la prima forma di conoscenza: istintiva, pre-verbale. REST pensa: se un'immagine non funziona, centinaia, migliaia o milioni di parole non potranno salvarla. REST is an On Demand photographic magazine without words . The photographers selected for REST carry out good projects with interesting pictures. REST wants to change the priority. The visual perception is the first form of knowledge: instinctive, pre-verbal.  REST thinks: if an image doesn't work, a hundred, a thousand, or a million words won't be enough to save it. REST, ©2015-2020 Fulv

Una mattina mi son svegliato...

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...e ho trovato l'invasor. Stavo per postare l'ennesima fotografia su Facebook. La solita azione quotidiana, un'abitudine scontata come tante altre, ma stavolta qualcosa dentro di me, da qualche parte, si è rotto. Il discorso potrebbe essere lungo, ma sarebbe inconcludente, quindi la faccio brevissima. Ciò che ho da dire o far vedere su Internet da oggi lo dico e lo faccio vedere solo qui, nel mio blog. Punto. Un saluto a tutti e alla prossima.

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