Chiara Bertola alla GAM di Torino.

Presentazione alla Stampa di Chiara Bertola, nuova direttrice della GAM di Torino.

Dalle sue prime parole, ne ricavo che alla GAM sta per avviarsi ad una vera e propria rivoluzione culturale, sia nei contenuti, sia nel contenitore. Il programma mi sembra molto impegnativo e immagino anche notevolmente costoso. In particolare mi pare di capire che Chiara Bertola proponga una nuova sistemazione della collezione storica riorganizzandola con interventi e metodi dell'arte contemporanea.

Negli ultimi anni questa istituzione pubblica ha dovuto però sopravvivere a se stessa facendo i conti con una crescente carenza di fondi e di conseguenza con la riduzione estrema della progettualità, rimanendo comunque sempre dignitosa e professionale. Sono per questo perplesso da quanto prospettato dalla nuova direttrice, considerando anche che per l'arte contemporanea a Torino esistono già grandi spazi molto più adatti come, per esempio, la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, la Fondazione Merz e le OGR.

Per non parlare poi di quel gioiello che è, o forse sarebbe meglio dire era, il Castello di Rivoli, nato proprio per valorizzare l'arte Povera e Concettuale, con spazi espositivi eccellenti e che nessun'altra istituzione pubblica a Torino può ancora oggi vantare.

La peculiarità ai miei occhi più preziosa della GAM è ancora quella di conservare e proporre il patrimonio del Modernismo otto-novecentesco, con particolare riferimento a quello piemontese, usando un serio metodo storiografico e cronologico. Approccio culturale che trovo insostituibile e da non disperdere inseguendo modelli "immersivi" ed "emozionali" che magari riescono a coinvolgere il pubblico divertendolo, ma che temo proprio non aiutino affatto ad educarlo, migliorandone le competenze e le conoscenze.

Comunque, ora non posso che fare i migliori auguri di buon lavoro alla nuova direttrice e vedere nel tempo quali saranno i risultati concreti che saprà raggiungere con questo suo programma di rinnovamento della GAM.


Ecco gli appunti per gli occhi che ho riportato dall'evento.



















©2024 Fulvio Bortolozzo

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