Un anno di guerra.

Un anno fa l'esercito della Federazione Russa entrò in Ucraina. Un fatto incontestabile, una premessa indispensabile. La risposta del governo ucraino non fu quella forse immaginata dal Cremlino: una fuga ignominiosa lasciando alla mercé dell'invasore la popolazione. Quella è una specialità italica, Vittorio Emanuele III insegna. Da allora si combatte, si distrugge e si muore in Ucraina. Dalla Seconda guerra mondiale in poi, la morte e la distruzione arrivano sempre anche ben lontane dai fronti di combattimento, ma succede per ora solo in Ucraina. La popolazione della Federazione Russa non è sotto le bombe e non muore di fame. Giusto ieri i governi di quasi metà della popolazione mondiale si sono astenuti o hanno votato contro la risoluzione dell'ONU che chiede l'immediato ritiro delle truppe russe dall'Ucraina. Questi sono semplici fatti di cronaca, comunque la si pensi. Oggi l'idea è che sarà il campo di battaglia a decidere le sorti della guerra. Forse si deve...