Il Passepartout di Philippe.

Ci sono figure mediatiche che vivono con noi per un certo tempo, fino a divenire in qualche misura familiari. La RAI ne ha prodotte diverse fin dalle sue origini e ad esse, almeno ad alcune, mi sono negli anni affezionato anch'io. Non nascondo, ma nemmeno mi vanto, di appartenere ad una generazione che si è formata attraverso le trasmissioni della televisione di Stato almeno in misura corrispondente a quanto andava imparando sui banchi di scuola, in certi casi persino di più. Così, anche se ormai adulto, e vaccinatissimo contro le derive mitologizzanti dei mass media, guardavo con piacere sempre rinnovato la serie di programmi di RAI 3 intitolata "Passepartout" la cui anima era un personaggio alquanto sui generis come Philippe Daverio.

Oggi ho appena saputo che l'uomo è infine andato a coltivare le sue passioni lontano dagli umani a causa di uno dei soliti ancora troppo implacabili tumori. Devo ammettere che sto provando del dispiacere. Per carità, sono cose che capitano ai vivi, come anch'io sono, ma le vite mediatiche hanno altri tempi e a loro modo si avvicinano ad una certa quale eternità. Sino a che ci saranno supporti in grado di riproporne le sue performance, sempre brillanti e ricche di suggestioni, Daverio in fondo continuerà ad esistere e questo penso sia un bene  per coloro che potranno goderne.

Magari tra qualche tempo il suo modo di argomentare sull'arte, sovente intriso di quella commozione che dichiarava di provare di fronte a ciò che riteneva particolarmente pregevole, potrà apparire del tutto desueto. Alle menti più raffinate degli specialisti migliori lo è sempre stato. L'arte che passa per i mass media non può però essere quella coltivabile nelle sedi museali dai loro addetti; sarà sempre un racconto popolare che possa attrarre chi non ne capisce nulla, o poco, e non ha alcuna intenzione reale di capirne davvero di più, ma ha comunque una sua sensibilità che gli permette di imparare se non altro il rispetto che si deve a qualcosa che non si capisce, ma che ha notevole valore. In questo senso il personaggio televisivo Philippe Daverio ha compiuto senz'altro la sua missione. Una specie di Maestro Manzi dell'educazione visiva per degli adulti che mai la ebbero, e temo mai l'avranno, nel percorso di studi generalista della scuola pubblica dell'obbligo, per come è purtroppo ancora strutturata in questo caso specifico.

Grazie Philippe, per quest'ultima volta a commuovermi sei stato proprio tu.

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