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Visualizzazione dei post da ottobre, 2016

Il tempo delle mele.

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Nella confusione provocata dalla suddivisione della pratica fotografica in documentaria (oggi anche post-documentaria) e artistica , si perde di vista un aspetto fondamentale: il tempo. Se consideriamo una fotografia come un'immagine fatta di tempo si aprono modi più coerenti di prenderla e comprenderla. Usare il tempo per fare immagini è qualcosa che prima dell'invenzione della fotografia significava solo dedicare parte della propria esistenza a realizzare manualmente oggetti che fossero sintesi visibili di qualche pensiero o sensazione. Con l'avvento della macchina a base ottica, per la prima volta gli umani possono introdurre un congegno direttamente nel flusso della loro esistenza e dal suo principio di funzionamento trarne delle immagini. Questo è uno straordinario cambiamento teorico e pratico che sposta la produzione visiva dalla sintesi tradizionale alla nuova possibilità analitica . Il problema è che la novità dovrebbe costringere a trovare nuovi parametri

Il problema siamo noi.

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Più passano le ore e più la vicenda Goro/Gorino assume contorni inquietanti, almeno per me. In fondo, potrebbe persino essere una riproduzione in scala di tutta la situazione nazionale. Dalle notizie che trovo, alla base abbiamo persone che vivono duramente del loro lavoro in condizioni difficili. Non sono povere, ma si sudano il loro decente benessere. Su queste persone piombano in successione: una requisizione della Prefettura, motivata da "emergenza", dell'unico ostello-bar della zona (bar in veneto e zona delta significa " oasi etilica per dimenticarsi della vita che si fa "), l'annuncio dell'arrivo di richiedenti asilo, l'organizzazione leghista di una protesta mediaticamente forte (le famose "barricate" che poi erano dei pallets in grado di fermare forse dei veicoli, non certo delle forze dell'ordine), 12 donne, una incinta, e 8 bambini (di cui non trovo testimonianza visiva alcuna), qualche carabiniere e, udite, udite, persin

Dietro la prima linea.

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Purtroppo solo fino al 13 novembre prossimo è visitabile nella corte medievale di  Palazzo Madama a Torino la mostra In prima linea. Donne fotoreporter in luoghi di guerra . Meritava davvero di restare di più, visto che nell'insieme l'idea iniziale di Andreja Restek , ha trovato sostegno e collaborazioni davvero capaci di condurla in porto con un'ottima qualità espositiva. Forse, data la tematica, si poteva limare il prezzo del biglietto per aumentare l'afflusso anche di persone e famiglie che non facilmente sono in grado di sborsare i dieci euro richiesti, ma ormai vedo che entrare ad una mostra o in un museo, se non ci si abbona in qualche modo, è sempre più un'attività onerosa. Il che forse farà più felici i venditori di offerte televisive on demand comodamente consumabili stravaccati nella "periferia mentale" di casa propria. In ogni caso, qui si tratta di 14 donne che di professione fotografano, per conto dei mezzi di informazione inter

Transizioni d'arte a Torino.

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" Assomigli a mio padre ". Esordisce così Victor nell'incontrarmi, con un largo sorriso familiare, e scatta inevitabile un abbraccio. Casi della vita, però l'episodio rivela già molto dell'atteggiamento empatico di questo artista di Valencia per ciò che gli accade intorno. Al centro dell'arte c'è la vita, e da ciò che vi accade nascono quelle urgenze che poi diventano le opere, quando trovano il modo di manifestarsi. Nel caso di Victor, l'urgenza che lo richiama alla necessità dell'arte è quella che riguarda ciascuno di noi in questo periodo storico: la migrazione verso l'Europa di sempre più persone spinte qui dalle gravi difficoltà da cui fuggono e dalla speranza, dal sogno, di poter ricominciare il cammino verso una vita degna di essere vissuta. L'Europa vista quindi come un approdo salvifico. Salvo poi incontrare nuovi problemi, nuove impossibilità e nuove disperazioni, quando non addirittura la morte prima ancora di avervi potuto

REST, in mostra a Bologna.

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REST Iconografie dai territori della contemporaneità 26 novembre - 20 dicembre 2016. A cura di Cristina Berselli, Fulvio Bortolozzo, Alessandro Zanini. Fotografie di Sergio Creazzo, Paolo Fusco, Andrea Lombardo, Giovanni Minervini, Mauro Quirini, Giancarlo Rado. QR Photogallery via Sant'Isaia, 90, Bologna . www.qrphotogallery.it Ore 9:00 - 19:00. Ingresso libero Apertura: sabato 26 novembre 2016, ore 18.00 . L'esperienza di REST , la rivista di fotografie senza parole , proviene dai percorsi autoriali e curatoriali svolti sulla rete da Fulvio Bortolozzo. In particolar modo dall'aver dato l'avvio nel 2013 ad un gruppo di Facebook chiamato We Do The Rest , nel quale si riuniscono autori a lui affini sia per le tematiche, in prevalenza rivolte all'osservazione fotografica nei luoghi, sia per approccio restitutivo dell'atto fotografico, in ogni sua possibile declinazione: dal documentarismo più classico fino all'arte contemporanea più aggi

REST 13/10/2016 Lab Edition

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REST è una rivista cartacea di fotografie senza parole . I fotografi selezionati per REST realizzano serialità con immagini interessanti. REST cambia la priorità. La percezione visiva è la prima forma di conoscenza: istintiva, pre-verbale. Se avete bisogno delle parole chiedete direttamente ai fotografi. REST pensa: se un'immagine non funziona, centinaia, migliaia o milioni di parole non potranno salvarla. La versione Lab Edition  è realizzata con fotografie prese dagli studenti dei laboratori di REST. REST contains photographs without words . The photographers selected for REST carry out good projects with interesting pictures. REST wants to change the priority. The visual perception is the first form of knowledge: instinctive, pre-verbal. If you need words, ask the photographers directly. REST thinks: if an image doesn't work, a hundred, a thousand, or a million words won't be enough to save it. Lab Edition is realized with photographs taken by RE

56 fotografe italiane alla Triennale.

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Una grande festa, questa è la cifra inaugurale della mostra L'altro sguardo alla Triennale di Milano . C'è stato uno straordinario afflusso di persone, del tutto inatteso e che ha costretto persino a contingentare gli ingressi, per la prima collettiva di 56 fotografe che nel complesso delle opere esposte coprono ben mezzo secolo di fotografia italiana, dal 1965 al 2015. Tra l'altro questa è la prima mostra di una nuovissima sinergia tra il MuFoCo e la Triennale , da poco entrata tra i soci del Museo, che prevede di portare a Milano le attività espositive più importanti lasciando a Cinisello Balsamo le attività di studio e le esposizioni di interesse specialistico. All'origine di questa mostra, e non poteva essere diversamente, c'è una donna, tra le altre cose fotografa anch'essa: Donata Pizzi . Di recente la Pizzi ha deciso di attivarsi per dare spazio e riconoscimento ad una vena della fotografia italiana non ancora valorizzata come si dovrebbe, q

Otto anni dopo.

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Oggi, otto anni fa, iniziavo a scrivere questo blog. Venivo dall'esperienza di un altro blog: Luigi Walker ,  che faceva parte di una serie di azioni svolte per la fotografia contemporanea, tra didattica, conferenze, mostre e pubblicazioni on line di allievi e vari autori. Il culmine arrivò con la breve stagione di Villa Gualino , di cui resta solo il blog relativo: Osservatorio Gualino  e qualche traccia web dell'evento Lens Based Art Show , un novembre 2010 pieno di conferenze e incontri in villa tra le fotografie di 40 artisti. Poi nel 2014 arrivò anche il blog Questo Paese , che coadiuvava un progetto importante con 25 autori coinvolti nell'osservazione fotografica in varie parti d'Italia. Il tutto divenne un libro o n demand con 75 fotografie e alcuni testi di frequentatori scriventi del gruppo Facebook We Do the Rest . oltre a varie mostre. REST invece è cosa di questi tempi e il suo blog di riferimento è qui. Tutto questo solo per dire che dei blog amo

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