Il problema siamo noi.
Più passano le ore e più la vicenda Goro/Gorino assume contorni inquietanti, almeno per me. In fondo, potrebbe persino essere una riproduzione in scala di tutta la situazione nazionale.
Dalle notizie che trovo, alla base abbiamo persone che vivono duramente del loro lavoro in condizioni difficili. Non sono povere, ma si sudano il loro decente benessere. Su queste persone piombano in successione: una requisizione della Prefettura, motivata da "emergenza", dell'unico ostello-bar della zona (bar in veneto e zona delta significa "oasi etilica per dimenticarsi della vita che si fa"), l'annuncio dell'arrivo di richiedenti asilo, l'organizzazione leghista di una protesta mediaticamente forte (le famose "barricate" che poi erano dei pallets in grado di fermare forse dei veicoli, non certo delle forze dell'ordine), 12 donne, una incinta, e 8 bambini (di cui non trovo testimonianza visiva alcuna), qualche carabiniere e, udite, udite, persino un colonnello (che invece di ordinare la dispersione degli esagitati, dialoga serenamente con loro: ma uno così mandatecelo per favore a Torino, grazie).
All'origine dell'operazione c'è un prefetto che parla con accento extrapadano il quale sostiene di non aver potuto nell'emergenza trovare soluzioni migliori. Siamo messi proprio così. Problemi epocali gestiti sulla testa di persone da altre persone stipendiate anche dalle prime che finiscono per complicargli la già non semplice vita. Il tutto sommerso dai gas fumogeni dei media e dei soffiatori sul fuoco.
In sintesi: il problema non sono loro, gli immigrati, siamo noi. Siamo noi ad avere uno stato infarcito di incompetenti garantiti dalle loro relazioni, di gente che non riesce a vedere oltre la propria sopravvivenza quotidiana, di mestatori d'odio per vantaggio personale, di gente, brava gente, disposta a tutto e al contrario di tutto pur di arrivare a vivere un giorno in più meglio del vicino.
Dalle notizie che trovo, alla base abbiamo persone che vivono duramente del loro lavoro in condizioni difficili. Non sono povere, ma si sudano il loro decente benessere. Su queste persone piombano in successione: una requisizione della Prefettura, motivata da "emergenza", dell'unico ostello-bar della zona (bar in veneto e zona delta significa "oasi etilica per dimenticarsi della vita che si fa"), l'annuncio dell'arrivo di richiedenti asilo, l'organizzazione leghista di una protesta mediaticamente forte (le famose "barricate" che poi erano dei pallets in grado di fermare forse dei veicoli, non certo delle forze dell'ordine), 12 donne, una incinta, e 8 bambini (di cui non trovo testimonianza visiva alcuna), qualche carabiniere e, udite, udite, persino un colonnello (che invece di ordinare la dispersione degli esagitati, dialoga serenamente con loro: ma uno così mandatecelo per favore a Torino, grazie).
All'origine dell'operazione c'è un prefetto che parla con accento extrapadano il quale sostiene di non aver potuto nell'emergenza trovare soluzioni migliori. Siamo messi proprio così. Problemi epocali gestiti sulla testa di persone da altre persone stipendiate anche dalle prime che finiscono per complicargli la già non semplice vita. Il tutto sommerso dai gas fumogeni dei media e dei soffiatori sul fuoco.
In sintesi: il problema non sono loro, gli immigrati, siamo noi. Siamo noi ad avere uno stato infarcito di incompetenti garantiti dalle loro relazioni, di gente che non riesce a vedere oltre la propria sopravvivenza quotidiana, di mestatori d'odio per vantaggio personale, di gente, brava gente, disposta a tutto e al contrario di tutto pur di arrivare a vivere un giorno in più meglio del vicino.