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Visualizzazione dei post da marzo, 2021

Chi è l'ultimo?

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Una domanda di civiltà, quando si arriva dove c'è un assembramento di persone in attesa di svolgere una commissione da qualche parte. Assembramento e non fila indiana perché gli italiani non sono razzisti, ma queste robe degli indiani non le hanno mai davvero capite. Una domanda però che è anche indispensabile per capire chi resterà con il cerino a bruciarsi la mano in questa società italica fatta di corporazioni, privilegi e diritti acquisiti di fronte alla prima pandemia del secolo. Chi sarà a vaccinarsi per ultimo, magari molto tempo dopo che i primi avranno avuto la loro dose?  Bene, se il buongiorno si vede dal mattino, per paradosso ci potrebbe restare qualche anziano dimenticato. Sicuramente ci resteranno persone fragili, se per fragilità intendiamo anche una condizione sociale e non solo sanitaria. Siamo difatti tutti sulla stessa barca, ma qualcuno viaggia nelle cabine del ponte di prima classe, altri in quelle di seconda e troppi sono buttati alle intemperie in terza cla

REST 25

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In questo numero (aprile 2021) In this issue (April 2021) Pietro CASPANI Carlo CAVICCHIO Luigi CIPRIANO Giorgio DUA Marcello FERRANTE Lamberto MOROSINI Franco ZANIN REST  è una rivista  On Demand  di fotografie senza parole. I fotografi selezionati per REST realizzano serialità con immagini interessanti. REST  cambia la priorità. La percezione visiva è la prima forma di conoscenza: istintiva, pre-verbale. REST  pensa: se un'immagine non funziona, centinaia, migliaia o milioni di parole non potranno salvarla. REST  is  an  On Demand  photographic magazine without words . The photographers selected for  REST  carry out good projects with interesting pictures. REST  wants to change the priority. The visual perception is the first form of knowledge: instinctive, pre-verbal.  REST  thinks: if an image doesn't work, a hundred, a thousand, or a million words won'

A viver come bruti.

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Oggi è il Dantedì , e già fa un po' ridere questo tentativo di imitare gli anglismi imperanti, quasi come fanno quei teneroni dei francesi quando chiamano souris il mouse. Insomma sono passati settecento anni esatti da quando il sommo poeta è finalmente entrato nella sua opera per sempre. Molto probabilmente all'inferno. Non mi addentro oltre la selva oscura, non ne ho la competenza e mai ne ho avuto il desiderio. Letture rapide, a macchia di Leopardi , perché il soggetto della commedia non mi attrae. L'inferno esiste sicuramente, ma non sta dopo la morte bensì qui tra di noi, ogni giorno. Il verso poetico poi è troppo intenso per me. Sopravvivo a stento alla prosa, a patto che non sia troppo intrecciata in pasticciacci brutti o addosso a degli Ulisse irlandesi. Cose brevi, dirette, chiare. Eppure, conservo e sfoglio una vecchia edizione della commedia illustrata dal Dorè . Lì sì che mi perdo davvero. Niente da fare, guardare le figure è tutto quello che mi basta per adden

Il fiore del partigiano.

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Ho conosciuto un uomo che quand'era ancora un ragazzo (classe 1926), da anni orfano di entrambi i genitori, salì in montagna con i partigiani della 36esima Brigata Garibaldi "Bianconcini" e si trovò a combattere nella durissima Battaglia di Purocielo (10-12 ottobre 1944) nella zona di  Cà di Malanca . Scampato alla morte, si rifugiò oltre le linee alleate. Non fu un caso che avesse scelto di rischiare la vita proprio dalla parte giusta. Già era una persona che amava la libertà. Non avrebbe mai per tutta la sua lunga vita non solo fatto male ad una mosca, ma nemmeno impedito a nessuno di vivere come riteneva meglio per se stesso. Verso i figli, una femmina e 3 maschi, si comportò sempre con amore, seguendoli e aiutandoli con tutto se stesso. Amò anche i nipoti che arrivavano, sempre disponibile e sorridente. Era una persona buona alla quale era facile affezionarsi e così capitò anche a me. Il nostro non fu mai un rapporto tra suocero e genero, ma da "commilitoni"

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