Fotografie e virus.
Mi sono imbattuto in un post pubblico su Facebook di un professionista del settore fotografico che si rivolgeva agli "eroi fotografi", dei quali affermava non si sentisse il bisogno. Le foto alle città vuote le avrebbero potute fare in futuro, svegliandosi presto al mattino. Ora stessero a casa. La cosa mi ha fatto infuriare. Capisco che chi non prende fotografie, o lo fa senza sapere come e perché, possa lasciarsi andare ad affermazioni così generiche e pericolose. Non lo capisco per niente, e non lo ammetto, da parte di chi è del settore e campa pure sul lavoro di altri fotografi. Dovrebbe almeno fare un lavoro ben diverso. Uscendo dal caso specifico, noto un montare progressivo di intolleranza verso la pratica fotografica in esterni. Accampando la pretesa del restare a casa invece di girovagare con una fotocamera in mano, in realtà si colpisce l'ennesima categoria di untori . Prima erano i migranti, poi sono diventati i runners e adesso anche i fotografi sono ne