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Visualizzazione dei post da settembre, 2016

Hospitalia a Torino.

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Arriva a Torino la mostra HOSPITALIA a cura di Gigliola Foschi . Si tratta di alcune fotografie della serie che Elena Franco sta realizzando da alcuni anni in ospedali storici d'Italia e Francia. L'evento è organizzato da Tiziana Bonomo di ArtPhotò . L'inaugurazione è stata preceduta da una presentazione nella quale ciascuna delle protagoniste ha preso la parola  per dare indicazioni utili al pubblico sui vari aspetti operativi, progettuali e visivi del lavoro esposto. La formazione di Elena Franco è quella dell'architetto e quindi da essa è partita per il suo lavoro fotografico, che inizialmente si concentrava sulla restituzione prospettica degli edifici. Inevitabili qui i riferimenti, in specie per alcuni interni, alla famosa scuola tedesca. Un nome su tutti: Candida Höfer . Nel procedere del lavoro, l'autrice si apre ad un rapporto rinnovato con il visibile, estendendo il concetto di "ospedale" dal solo edificato alla sua storia ed agli effetti

Il cantiere di Edoardo.

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Nell'ambito della manifestazione libr@aria a Venaria Reale è avvenuta la presentazione del libro fotografico Landscape Materials di Edoardo Hahn , edito nella collana Urbanautica Collections per i tipi de L'Artiere. L'autore ha parlato del suo libro con Enzo Pertusio, presidente della Società Fotografica Subalpina di Torino. Il libro contiene 90 fotografie selezionate dall'autore, in collaborazione con Steve Bisson, tra quelle prese con un vecchio modello di Hasselblad e pellicole negative a colori durante un suo recente viaggio nel nord della California. Il riferimento diretto di Hahn per questo lavoro sono gli anni Settanta, così come li vediamo nelle fotografie di William Eggleston e Stephen Shore, con quelle cromie che oggi suonano vintage e sono intimamente legate ad un preciso momento tecnologico dell'industria fotografica americana. I soggetti sono quelli tipici dell' inessenziale urbano, il backstage dell' American Way,  inaugurato p

Vedere con chiarezza.

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La possibilità di analisi nel tempo e nello spazio, dei segni che formano la realtà, la cui interezza ci sfugge da sempre, consente così alla fotografia, grazie alla frammentarietà , di essere più vicina al non delimitabile e cioè l’esistenza fisica. Per questo non mi interessano: le immagini e i momenti decisivi , lo studio o l’analisi del linguaggio fine a se stesso, l’estetica, il concetto o l’idea totalizzante, l’emozione del poeta, la citazione colta, la ricerca di un nuovo credo estetico, l’uso di uno stile. Il mio impegno è vedere con chiarezza, per questo mi interessano tutte le funzioni possibili, senza separarne nessuna, ma assumerle globalmente per potere di volta in volta, vedere e rendere riconoscibili i geroglifici incontrati. Luigi Ghirri (dall'introduzione di Kodachrome , 1978)

La giusta misura.

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A qualsiasi cosa si pensi tra le innumerevoli che gli umani possono compiere, non ce n'è una che sfugga alla regola primaria: la giusta misura. Non si tratta di una misura "media", né troppo, né troppo poco, ma si tratta dell'unica possibile in quelle precise, temporanee e irripetibili condizioni. Capita a tutti, in ogni campo, di raggiungere un punto insuperabile come soluzione contingente di qualcosa: un gesto atletico, un'attività di lavoro, un gioco, qualsiasi campo insomma. Non esistono metodi sicuri per raggiungere la giusta misura, ma solo l'approssimarsi ad essa per tentativi falliti, per misure "quasi giuste". Il successo attraverso i fallimenti è d'altronde la condizione umana dovuta alla nostra particolare biologia cognitiva e relativa. Nessuno di noi possiede la verità assoluta e immutabile, anche se in troppi hanno fede invece di possederla. Non c'è altro modo che insistere nella ricerca della giusta misura qui e ora, misur

L'Eni chiama, Cresci risponde.

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Fino al 16 ottobre prossimo è visitabile da Camera a Torino la mostra personale di Mario Cresci intitolata Ri-creazioni . Si tratta di una risposta d'artista alla domanda del committente, l' Archivio Storico dell'Eni , giunta per tramite di Camera che proprio in Cresci ha individuato il professionista adatto per svolgere questo incarico. L'Eni possiede un patrimonio fotografico impressionante, più di 500.000 fotografie ben conservate e catalogate. Dai tempi eroici di Enrico Mattei ai giorni nostri ogni aspetto significativo dell'attività aziendale viene documentato direttamente dai tecnici interni o da professionisti esterni. L'incarico a Cresci prevedeva una valorizzazione di questo patrimonio, ma che non si limitasse ad una mera selezione di immagini particolarmente riuscite esteticamente da poter esporre a fini promozionali. L'artista ha quindi messo in opera tutta la sua pluridecennale esperienza per esporsi con la massima libertà concessa dal

In pasto ai porci.

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Le immagini possono uccidere. Anzi, l'insistenza pubblica delle immagini. Mai come in quest'epoca interconnessa "H24 7/7"  il massaggio mediatico si è fatto violento e irrefrenabile. L'informazione, in questo caso visiva, ha ormai superato ogni limite possibile e diviene fatto essa stessa. Che all'origine ci sia qualcosa di accaduto per davvero nella vita biologica degli umani è del tutto secondario e ininfluente. Così accade che episodi magari brevi di un'esistenza, si dilatino fino a divorare quell'esistenza stessa, renderla impossibile, non più proseguibile. Una condanna a morte che nessun tribunale commina, ma che avviene lo stesso per mezzo dell'incontrollabile flusso visivo, oggi più vivo della vita stessa. Una giovane donna italiana non ha resistito al suo errore: diffondere dei video di rapporti intimi con il partner ad altre poche persone, immagino uomini, ma forse anche donne, i cosiddetti "amici", parola degradata orma

Suca!

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Mi pare ora di dircelo: Voltaire aveva torto. Io non difenderò fino alla morte il tuo diritto di dire qualsiasi cosa ti passi per la testa senza riguardo alcuno per il prossimo. Non è questa libertà di teppismo scritto e disegnato  il valore dell'Occidente da difendere contro la barbarie oscurantista del perbenismo borghese, religioso o totalitario che sia. La satira ha senso quando mette in mano agli oppressi un'arma per difendersi dagli oppressori. "Una risata vi seppellirà" si diceva ai tempi dei miei capelli lunghi e la derisione dei potenti era a volte davvero l'unico modo possibile per opporsi ai loro soprusi, o almeno per non doverli subire in silenzio e basta. Nella storiografia scolastica francese manca certamente un personaggio come Fabrizio Maramaldo , un capitano di ventura divenuto famoso nel 1530 per aver infierito su Francesco Ferrucci, ormai morente e non più capace di difendersi. Maramaldeggiare da allora è l'estremo atto vile dei violenti,

Il nostro passaggio sulla Terra.

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Pokémon GO. Nel 1996 nascono i Pokèmon. Avevo già 39 anni all'epoca, ero quindi preso da divertimenti per adulti, e per questo, non avendo figli e nipotini, ne venni a sapere per caso, poco o nulla. Vedevo in giro questi bimbetti e ragazzini che parevano rincitrullirsi pigiando tasti su quel piccolo aggeggio che mi dissero si chiamava Gameboy . Vidi poi dei pupazzetti nelle vetrine dei negozi di giocattoli, uno dei quali mi divertiva anche perché si chiamava Pikachu , il che aveva un'assonanza con il piemontese Piciu , che mi sembrava quanto mai pertinente. Fine della mia frequentazione di quel mondo lì. Oggi arrivano i Pokémon GO e la faccenda torna di  moda, in una versione persino più demenziale. Il Gameboy è stato sostituito dallo smartphone, ovviamente iPhone o Android, e il parco giochi diventa l'intero mondo, grazie alla meticolosa attività di Google con le sue Google Maps , tesa a rendere sempre più possibile l'ormai antico paradosso calviniano di una map

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