Io l'ho visto giocare.

 

Ieri, 15 ottobre 2024, passeggiavo con mia moglie in corso Re Umberto e ad un certo punto ho "sentito" che ero vicino al luogo dove morì Gigi Meroni, investito da un'auto mentre attraversava fuori dalle strisce. Così l'ho detto e ho subito aggiunto "io l'ho visto giocare". Mia moglie mi ha risposto, "lo dici spesso", nel senso che in tanti anni insieme me lo aveva sentito dire varie volte. Poi lei è andata per una sua commissione e nell'attesa ho camminato nei dintorni, fino a quando mi sono trovato inaspettatamente davanti ad un cippo con tanti fiori. Era il ricordo di Meroni, vicino al punto dove aveva perso la vita. Una fotografia e una scritta. Sono rimasto prima sorpreso e poi ho sentito crescere in me una forte commozione, che ancora adesso sento. Inspiegabile. Voltandomi per allontanarmi,  incrocio un bel bambino, biondino, chiaramente gentile e un po' timido, che mi fissa. Dopo pochi passi mi giro e vedo che tocca lievemente il cippo, poi si volta, si accorge di me e ci sorridiamo, riconoscendoci nello stesso sentimento. A quel punto mi siedo poco più oltre e così vedo anche un nonno con il nipotino che arrivano e sostano davanti al cippo. Il nonno parla, il nipotino ascolta tutto assorto. Ho le lacrime agli occhi, ma mi trattengo. 

Tornato poi a casa, incuriosito dall'accaduto, cerco sulla rete qualche notizia in più e così scopro che proprio il 15 ottobre del 1967, 57 anni fa, Meroni ebbe l'incidente in cui morì. Una coincidenza che mi ha nuovamente riportato ad emozionarmi. Perché? Sono stato un bambino da sempre juventino. Il mio idolo era Omar Sivori, che giocava con i calzettoni abbassati e senza parastinchi per sfidare i difensori a fargli pure fallo, se però fossero mai riusciti a prenderlo. Erano anni ingenui e felici, nei quali i padri di famiglia potevano portare i bambini allo stadio comunale senza alcun rischio di nessun genere. Mio padre era veneto di Vicenza e tifava Lanerossi. Per questo mi portava allo stadio quando il Lanerossi veniva a Torino a giocare contro la Juve o il Toro. Durante una di quelle partite contro il Toro, ho visto giocare Gigi Meroni e l'impressione fu talmente grande per un bimbo di meno di dieci anni che, nonostante tutto, diventò subito uno dei miei eroi. Lo capisco solo adesso, nel profondo, dopo così tanti anni. Gigi gioca ancora dentro di me e lo farà per sempre.

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