Feste olimpiche sulla Senna.
Quattro ore, tante, e tanti soldi buttati nella Senna.
Ne valeva proprio la pena? Ne dubito. Per inaugurare le Olimpiadi era sufficiente far sfilare le delegazioni e mettere in piedi qualche gioco di luci e suoni per completare dignitosamente la cerimonia. Pensando anche al fatto che siamo in tempi di guerra e di un clima che sempre più rapidamente ci diventa ostile, pioggia torrenziale a confermarlo.
Ma no, le Olimpiadi non sono solo un evento sportivo mondiale, ma la vetrina delle ideologie nazionali. Si compete divisi per Stati, con tanto di inni nazionali. Si vincono medaglie che testimoniano la presunta grandezza atletica, e quindi anche morale e politica, dei Paesi partecipanti. Poi chi si accolla la rogna e la spesa non indifferenti di ospitarle ne vuole certo approfittare per glorificarsi al meglio. Se poi c'è di mezzo la Francia, siamo a posto. Non esiste forse Stato al mondo che abbia classi dirigenti così imbevute della certezza di costituire il più alto faro di civiltà. Possono insegnare a tutti cosa vuol dire libertà, uguaglianza e fratellanza, avendone esportate sulle loro baionette rivoluzionarie in dosi massicce per tutta Europa ai tempi di Napo Orso Capo.
Esiste quindi una Francia, quella immaginata da Macron e amici coltivati nella stessa cultura autoreferenziale, che si pensa laica per davvero, non ammettendo l'esistenza di una loro religione dell'ateismo in grado di manifestarsi quasi solo per antitesi con le altre religioni, in specie monoteiste. La Francia ex coloniale che non ha grandi simpatie per il Maghreb, incapace di accettarne la superiorità civile, e che guarda con simpatia all'Africa nera, in specie francofona, cattolica e remissiva verso le lezioni paternalistiche dei bianchi illuminati. In tutto questo, la reminescenza di un'epoca d'oro, quella del Re Sole e delle sue feste strabilianti, unita al solito paganesimo di comodo che per secoli ha fatto la Fronda alla cultura cattolica più asfissiante, anche con l'occhiolino strizzato dal protestantesimo nord europeo, fa da pecetta ideologica alla sfilata di stravaganze comportamentali che dovrebbero "épater le bourgeois", ma finiscono solo per agitare inutilmente quattro bigotti residuali
Tutto questo Macron lo pagherà comunque. Alle prossime elezioni il grande e sempre più rumoroso corpaccione della Francia che non è la colonia dei parigini, come loro spesso si lludono che sia, spazzerà via l'accozzaglia di ideologie male assemblate e illusioni mal riposte per sostituirle purtroppo con qualcosa di molto peggio. Una Francia chiusa in una religiosità preconciliare, una famiglia biologica senza se e senza ma, e un'idea della Nazione che deve primeggiare su tutto e tutti. L'eccesso opposto. Non capire che la china è questa la fa diventare sempre più ripida. Pazienza, avremo una Francia negativa, a seguire capiterà anche in Germania, da noi sta già capitando. L'Europa è questa cosa qui. Qualche decennio di tregua non è bastato a cambiarla di una virgola. Purtroppo.