Lee Miller a Stupinigi.
Nelle ex cucine reali della Palazzina di Caccia di Stupinigi è visitabile dal 9 settembre scorso la mostra "Lee Miller, Photographer & Surrealist". Gratuita per i fortunati possessori, ed io modestamente lo sono, della Tessera Musei Piemonte.
La figura di Lee Miller è davvero romanzesca e difatti un film di quest'anno è dedicato proprio a lei. Personalmente sono sempre un po' distaccato nei confronti dei romanzi. Mi domando sempre se l'artista che mi viene proposto abbia fatto opere di grande interesse artistico o l'unica opera d'arte davvero interessante in realtà sia solamente la sua biografia.
Nel caso della Miller, mi pare di poter dire che sì, ci ha lasciato alcune fotografie decisamente di alta qualità e in mostra vengono ben presentate. Tutto questo al netto del fatto che sia stata violentata da giovanissima e che questo le abbia condizionato il resto dell'esistenza, che fosse pure una bella donna in un mondo maschile incapace di riconoscere alle belle donne un ruolo che non fosse quello della bambolina, e lei nelle fotografie in cui fu modella, per l'editoria di moda e l'arte, appare decisamente di una bellezza non stereotipata ed affascinante. Lee Miller seppe superare ogni prevenzione, pregiudizio e ostacolo. Prese e lasciò i suoi uomini con la stessa libertà sessuale e sentimentale con cui gli uomini del suo tempo prendevano e lasciavano le loro donne. Affrontò la durezza della guerra insieme ai soldati praticamente in prima linea, condividendone ogni sofferenza. Fu amata, rispettata e adorata proprio per la sua assoluta indipendenza da ogni condizionamento o ricatto morale maschile.
Una femminista, ma anche no. La sua biografia, da cui origina anche la mostra, è stata messa insieme amorevolmente dal figlio avuto nel 1947, ormai quarantenne, che di lei in vita conobbe solo il lato peggiore, quando ormai la sua carriera finiva nel nulla, allontanandosi dalla fotografia, assorbita nel ruolo materno al fianco del marito che invece brillava sempre di più. Lee Miller muore nel 1977 e il figlio Antony Penrose a metà degli anni '80 inizia un percorso di riscoperta che lo porta ad incontrare donne e uomini che avevano conosciuto sua madre, che le erano stati vicini e che lo portarono a capirla meglio e a rappacificarsi con la sua memoria. L'archivio di Lee Miller aperto in Gran Bretagna, con decine di migliaia di negativi e fondato da Antony, è ancora oggi attivo, diretto dalla figlia di Antony, che nell'aspetto in qualcosa ricorda la nonna.
Al di là di tutto questo, il sospetto che se Lee Miller fosse stata un uomo avrebbe avuto in vita riconoscimenti e fortuna in fotografia non così meno di un mitico Robert Capa o persino di un Man Ray è molto forte. In questo senso è una mostra ancora più necessaria oggi, che dai miei vent'anni, vissuti nel 1977, sto purtroppo vedendo tornare indietro velocemente il pendolo della Storia, osservando il rapido deterioramento della posizione femminile nella società occidentale. O meglio, il rapido imbarbarimento dell'atteggiamento maschile verso le donne, in specie nelle giovani generazioni, ma non solo.
Infine una nota ancora. La mostra è un "chiavi in mano" di una società privata torinese, la stessa che gestisce diverse mostre cosiddette immersive in circolazione. In genere sono ostile sia alle mostre immersive, sia alla privatizzazione degli eventi culturali. Avrei quindi preferito vedere questo eccellente allestimento alla GAM, da Camera o a Palazzo Chiablese con l'investimento di personale e soldi pubblici. Tra l'altro così avrei anche potuto fotografare liberamente, cosa invece vietata, e lo posso anche capire, per tutelare l'investimento privato. Purtroppo nelle regressioni attuali c'è anche una politica di distruzione sistematica di ogni cosa pubblica, nella sanità, a scuola, ovunque e quindi anche nel sistema museale. Ciò che sopravvive deve essere asservito al governo di turno o morire. Basti pensare a come un giovane egittologo di riconosciuto valore internazionale, direttore del Museo Egizio di Torino, viene aggredito sui media dalla destra mentre la stessa destra al governo blatera ogni due per tre, soprattutto per bocca dei suoi capi partito, di "merito" e "meritocrazia".
Ma questa è un'altra nota a perdere.
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Lee Miller
fino al 7 gennaio 2024.
Palazzina di caccia di Stupinigi, Torino.
Apertura:
dal martedì al venerdì, ore 10-17:30
Sabato, domenica e festivi 10-18:30
Info:
info@mostraleemiller.it
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