Serie fotografica della quale cinque immagini (segnalate con asterisco in didascalia) sono state scelte ed esposte all'Heart Festival di Luino nel 2022 a cura di Roberto Besana. Qui sotto il testo che ho scritto per l'occasione.
Un rapporto difficile
Sono un umano condominiale nato alla fine degli Anni Cinquanta. Torinese di semi-periferia prima e semi-centro poi. L’ambiente naturale del mio camminare quotidiano è sempre stato quello classico dell’urbanesimo italiano postbellico: palazzi, palazzine, strade, marciapiedi, negozi. Anche parchi, relitti di vecchie ville padronali e nobiliari avvolte dall’espansione della città e divenute luoghi pubblici. Eppure, forse per atavico istinto, ho sempre avuto un “occhio di riguardo” per un elemento naturale che vedevo sopravvivere in qualche maniera in mezzo al mondo di asfalto e cemento inventato dagli umani come il migliore possibile per la loro vita. Una presenza a volte stentata, ma più spesso imponente. Lo osservo con piacere nello svolgersi delle stagioni. Non sono il primo fotografo a farlo. Robert Adams gli ha dedicato immagini straordinarie. Le mie sono più che altro testimonianze di un rapporto difficile. Qualcosa che oggi sta diventando ancora più difficile anche se la natura, per quanto domata e ridotta al servizio umano nei modi anche meno dignitosi, mantiene imperterrita la volontà di esistere, nonostante noi, sperando forse in un dopo di noi. Un albero, perché di questo monumento della natura si tratta, ha in se stesso talmente tanta personalità da competere con la nostra e piegarla persino. Ne ho abbracciati in vita mia. Mi sono riposato alla loro ombra. Vi sono salito, quando ero più giovane e temerario. Non li ho mai piantati, ma nemmeno uccisi o feriti. Capisco le antiche adorazioni tribali, tipiche del centro e nord dell’Europa, per questo vegetale. Una foresta è qualcosa di accogliente e protettivo per chi vi abita, minaccioso e oscuro per chi vi penetra da estraneo. Non sono sentimenti mediterranei. L’albero del sud è abituato a condurre una vita ostile o ridotta a delizia di pochi quando cresce nella versione edulcorata della natura chiamata ”giardino”. Eppure una città senza alberi per me è qualcosa di morente. Per questo li guardo, ne prelevo delle fotografie, senza disturbarli. Così da poterne godere in assenza, come sempre si fa con una fotografia. Godere di un’assenza o consolarsene un poco.
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Amsterdam, 2013.*
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Dubai, 2015.
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Genova, 2015.*
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Cannes, 2015.*
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Milano, 2015.*
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Torino, 2016.
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Gonzaga, 2016.
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Venezia, 2017.*
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Un rapporto difficile
©2012-2022 Fulvio Bortolozzo
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