L'immagine del mondo non è il mondo.

220122

Da ripetere, come un mantra.

Leggo e sento troppe persone talmente allucinate dalle immagini da relazionarsi con esse come se fossero nient'altro che una particolare manifestazione del reale, quasi altrettanto affidabile. Una specie di specchio durevole. Questo porta a dei fraintendimenti fondamentali.

Niente in quello che si vede in nessuna immagine è reale. Tutto è frutto di procedure, congegni, o, nella loro versione precedente alla nostra epoca, della mano di umani. Senza questa presa di distanza iniziale diventa impossibile trovare un rapporto sano ed equilibrato con le immagini.
Come con le parole. Ogni testo scritto è pensato da un umano, o da un congegno programmato, e non corrisponde mai, non può, all'accadimento di qualsiasi cosa nella vita.
Lo scorrere del tempo della vita non è afferrabile, ma solo esperibile e senza un attimo di sosta. Tutto procede da prima della nascita fino all'ultimo respiro.
Ecco quindi il motivo che spinge gli umani a produrre immagini, scrivere, cantare, suonare, ballare, recitare e mettere in atto qualsiasi altro comportamento non direttamente funzionale al loro vivere e riprodursi: introdurre nel mondo delle variazioni, delle alterazioni, delle soste, dei cambiamenti per non lasciarsi trasportare dal tempo e basta.

L'immagine del mondo non è il mondo, se lo fosse, sarebbe inutile.


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