Un Maestro da favola.


Per poco, un paio d'anni scolastici, i primi due del II Liceo Artistico a Torino. Fu in quel periodo che, senza saperlo per niente, stavo avendo l'onore di essere uno degli allievi di Francesco Tabusso. Ora lo ritrovo a ormai dieci anni dalla scomparsa, in una piccola deliziosa mostra antologica all'Archivio di Stato di Torino. Ingresso libero, fino al 7 gennaio. In questo periodo così angosciante, un momento di respiro, un volo onirico nella dimensione della fantasia dipinta direttamente con l'anima. Grande talento pittorico. Una sicurezza nel gesto e nei colori che stupisce dipinto dopo dipinto. Sembra sempre di essere lì lì per capirlo, superarlo e prevederlo persino. Esiti così semplici, tra il naïf, Chagall e le fiabe del nord europa. Invece è un inganno. In tutta quella semplicità e quella poesia un po' da bancarella dell'usato si annida un universo imperfetto, richiami imprevisti, figure fuori contesto. Proprio come lui. In quel piccolo corpo umano si agitava un'energia strabordante. Una mente inesausta, pronta a deviare per sentieri tutti suoi. Questa libertà di pensiero e di immaginazione penso, spero, che un poco me l'abbia saputa donare. Aveva modi bruschi e tagliava corto con le parole, da burbero piemontese delle valli, ma appena ti appoggiava la matita sul disegno per farti vedere, ti faceva vedere eccome. Tutta la distanza che c'era tra una mera copia malfatta di un gesso didattico e cosa si poteva ottenere dominando il gesto tonale, la linea che prende vita e diventa altro, forte, autonomo, unico segno. Il vero motivo per cui stavi in quella classe a scaldare lo sgabello davanti ad un cavalletto. Bon, la finisco qui e chi mi legge mi scusi per il brodo. Tabusso da qualche parte il segno me l'ha lasciato e scrivendo queste due menate di getto, me lo sono ritrovato ancora una volta addosso. Grazie Maestro, sei sempre con me!


(come mio solito, prelevo con la fotocamera degli appunti per gli occhi, pezzetti da masticare dopo con calma o anche solo da far stagionare in qualche angolo della mente per gli anni che servono)

























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