Cosa stavo dicendo?

La distrazione non è più ormai un evento saltuario, un difetto dell'attenzione da evitare il più possibile per non trovarsi in difficoltà con quello che si sta facendo. Semmai è il contrario. La distrazione è lo stato normale, mentre il richiamo improvviso ed inatteso alla concentrazione su qualcosa che minaccia di interromperla viene vissuto come un fastidio, un evento ostile, a volte persino un trauma.

La fotografie possono essere parte importante di questo capovolgimento comportamentale. Diversamente dalle immagini tradizionali, vengono prodotte da una macchina che una volta avviata trattiene tutto quello che l'obiettivo fa entrare in essa. Tutto, anche quello che non era stato visto, o voluto, dall'umano addetto alla macchina. Ci siamo così abituati ad avere per le mani immagini contenenti qualcosa che sul momento non era previsto e magari nemmeno voluto. Poco male, il tempo potrà far riemergere ciò che interessa quando cambierà qualcosa. Persone, animali, luoghi e cose perduti per sempre, ma contenuti nella fotografia e improvvisamente divenuti importanti.

Con lo stesso approccio, ogni azione quotidiana non è più finalizzata all'ottenimento di un risultato, ma si limita ad avvenire, salvo poi correggerla quando si manifesti qualcosa che la impedisca. La fiducia che tutto sia rimediabile è anche dovuta alla consuetudine con immagini che lo consentono continuamente. Si fotografa qualcosa e si sa per certo che il soggetto conterrà anche quello che non interessa. Si vedrà, in seguito, quando capitasse l'occasione, se e cosa andare a riguardare. Una specie di archivio del non visto, dove si depositano cose che non si sanno, tranne che nei rari casi in cui diventasse inaspettatamente necessario trovarle.

Questo è il percorso che sta portando gli umani fuori dalla realtà contingente e vissuta. Persi in un intreccio di pensieri e fantasie senza riferimento diretto a quello che sta capitando sul momento. Così la guida di un mezzo diventa sempre meno possibile senza l'assistenza di sensori e sistemi elettronici che tengano sotto controllo la situazione, per esempio. Ma avviene lo stesso in ogni parte dell'esistenza. Viviamo vite assenti, persi nel sogno di un altrove dove vorremmo stare.

Sarà la connessione diretta tra oggetti, supportata dal 5G, a portarci ancora più avanti in questa distrazione dalla vita quotidiana in cui siamo costretti. Ci penseranno le cose a noi, fino a quando la nostra destinata biologia non ci interromperà per sempre e forse di noi resteranno solo delle fotografie, ormai inutili.


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