L'inferno è questo.


Come Bosch previde nella sua visione dell'inferno, non c'è orizzonte. Il mondo sta bruciando. Ogni figura cerca di sopravvivere concentrandosi sul proprio bisogno immediato, sulla propria personale sopravvivenza. La claustrofobia, che qui raggiunge il suo grado estremo, non è provocata dall'affollamento eccessivo, ma dal vuoto di continuità tra un'azione e l'altra, che pure le è così vicina da toccarla. L'inferno è questo.
La cultura in cui viviamo è forse la più claustrofobica che sia mai esistita; nella cultura della globalizzazione, come nell'inferno di Bosch, non si vede neppure di sfuggita un altrove o un altrimenti. Ciò che è dato è una prigione. E, di fronte a un tale riduzionismo, l'intelligenza umana si riduce all'avidità.

John Berger

Da Modi di vedere, pagg. 136-137, Bollati Boringhieri, Torino, 2004.


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