Ieri come oggi.
Manuel Alvarez Bravo, The Daughter of the Dancers, 1933 |
Un fenomeno curioso che trova nel passato il suo riscontro in pittura, continua a manifestarsi: le mostre nazionali e internazionali, emanazioni per lo più di società fotografiche, esaltano con premi e scambievoli riconoscimenti quella fotografia "pompieristica" ancor oggi (1949) fatta con le accennate ricette a base di paesaggi-quadro, "scenette caratteristiche", argute o grottesche, nature morte di pezzi meccanici o simili ripetuti all'infinito, nudi in pose languide, ginnastiche o da diploma di "premiata ditta", con o senza anfore ecc.
Al mondo di questi autori, fierissimi delle innumerevoli "etichette" testimonianti la loro presenza a mostre di tutto il globo, si oppone senza polemica un altro mondo di fotografi quasi introvabili nei cataloghi delle sullodate mostre e comprende forse la maggioranza dei più grandi nomi della fotografia: si può cominciare con Steichen per finire con Man Ray, Blumenfeld, Alvarez Bravo, Brassaï, Weston, Halsman ecc. ecc., nomi conosciuti quasi esclusivamente attraverso monografie, mostre personali, rassegne indipendenti e riviste d'arte di tutto il mondo.
L'opera di questi fotografi letteralmente ignorata dagli interessati per decenni, viene tacitamente scoperta e imitata in ritardo proprio in quelle trovate tecniche ed esteriori che alle volte gli autori stessi hanno da tempo abbandonato. Solarizzazioni alla Man Ray, chiarità di toni ed evanescenza di nudi alla Blumenfeld, p. es,, cominciano ora ad imperversare.
È significativo che il Museum of Modern Art di New York, che raduna i documenti più significativi dell'arte contemporanea di tutto il mondo, ospiti nella "Sezione Fotografica" quasi esclusivamente fotografi ben noti, ma assenti o quasi dalle classiche mostre più o meno internazionali. Gli autori illustrati nelle tavole di questa rassegna appartengono in prevalenza a questa categoria.
Carlo Mollino
(estratto da Il messaggio dalla camera oscura)