Polvere di stelle.
Succede che Paolo Nespoli, un ingegnere italiano ex incursore del Col Moschin, finisca a fare l'astronauta sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS). Per quali esperimenti e competenze non lo so. Però so che guarda volentieri la Terra e si diverte a pubblicare su Facebook fotografie di quello che vede, o pensa di vedere. Così il 18 ottobre scorso, ore 14:50 italiane, pubblica questa fotografia qui sotto.
Oltre alla fotografia c'è un commento: "La Pianura Padana qualche ora fa. Nebbia o smog?". Anche se messa in forma di domanda, quindi dubitativa, l'evocazione dello smog come responsabile del visivo fotografico scatena un certo socialpanico, nel quale pare cadere persino Chiara Appendino, sindaco/a di Torino/a. Oltre a prendere provvedimenti di sua competenza, alcuni persino eccessivi come il chiedere alle/ai torinesi di chiudersi in casa e di non mettersi a correre di qua e di là, si sente in dovere di sostenere le sue iniziative ripubblicando a sua volta la ormai famosa fotografia.
Eccoci al dunque. Persone adulte, acculturate, e si suppone equilibrate, che ricoprono incarichi pubblici di una certa responsabilità, paiono comportarsi con le fotografie e con i social come degli adolescenti allo sbaraglio, alimentando così il fenomeno delle fake news anche quando non ce ne sarebbe proprio bisogno.
L'Agenzia Spaziale Italiana (ASI) perché ha scelto di mandare nello spazio un tecnico ex militare invece di uno scienziato? Non si fanno esperimenti da quelle parti o siamo ormai passati al turismo spaziale, giusto per dire di esserci stati? E le fotografie che si fanno durante il tempo libero, quale criterio scientifico seguono o presuppongono, che non sia il divertire amici social e parenti dell'astroturista di turno?
Tornando poi con i piedi per terra nella mia città, un/a sindaco/a, oltre a diramare ordinanze e giustamente prendere in seria considerazione gli allarmi lanciati da organi scientifici competenti, magari in coordinazione con altri enti territoriali e non in via emergenziale, deve per forza anche giochicchiare con i social pubblicando quello che le/gli passa per la testa?
Come cittadino, amerei illudermi di avere sopra di me, nello spazio e in municipio, persone non solo oneste, carine e simpatiche, ma prima di tutto serie e così responsabili da non ridursi a macchiette del web pronte a pubblicare tutto e il contrario di tutto pur di apparire amichevoli e in diretto contatto col mondo. Quelle robe lì lasciamole a chi è molto più giovane e, siccome si sta ancora formando, magari non riesce a comprendere appieno cosa sia un ruolo istituzionale e le sue conseguenti responsabilità, anche comunicative.
Oltre alla fotografia c'è un commento: "La Pianura Padana qualche ora fa. Nebbia o smog?". Anche se messa in forma di domanda, quindi dubitativa, l'evocazione dello smog come responsabile del visivo fotografico scatena un certo socialpanico, nel quale pare cadere persino Chiara Appendino, sindaco/a di Torino/a. Oltre a prendere provvedimenti di sua competenza, alcuni persino eccessivi come il chiedere alle/ai torinesi di chiudersi in casa e di non mettersi a correre di qua e di là, si sente in dovere di sostenere le sue iniziative ripubblicando a sua volta la ormai famosa fotografia.
Eccoci al dunque. Persone adulte, acculturate, e si suppone equilibrate, che ricoprono incarichi pubblici di una certa responsabilità, paiono comportarsi con le fotografie e con i social come degli adolescenti allo sbaraglio, alimentando così il fenomeno delle fake news anche quando non ce ne sarebbe proprio bisogno.
L'Agenzia Spaziale Italiana (ASI) perché ha scelto di mandare nello spazio un tecnico ex militare invece di uno scienziato? Non si fanno esperimenti da quelle parti o siamo ormai passati al turismo spaziale, giusto per dire di esserci stati? E le fotografie che si fanno durante il tempo libero, quale criterio scientifico seguono o presuppongono, che non sia il divertire amici social e parenti dell'astroturista di turno?
Tornando poi con i piedi per terra nella mia città, un/a sindaco/a, oltre a diramare ordinanze e giustamente prendere in seria considerazione gli allarmi lanciati da organi scientifici competenti, magari in coordinazione con altri enti territoriali e non in via emergenziale, deve per forza anche giochicchiare con i social pubblicando quello che le/gli passa per la testa?
Come cittadino, amerei illudermi di avere sopra di me, nello spazio e in municipio, persone non solo oneste, carine e simpatiche, ma prima di tutto serie e così responsabili da non ridursi a macchiette del web pronte a pubblicare tutto e il contrario di tutto pur di apparire amichevoli e in diretto contatto col mondo. Quelle robe lì lasciamole a chi è molto più giovane e, siccome si sta ancora formando, magari non riesce a comprendere appieno cosa sia un ruolo istituzionale e le sue conseguenti responsabilità, anche comunicative.