Essenza di umanità.


Ogni atto umano contiene elementi identificativi della cultura in cui nasce, essendo noi umani una particolare specie di “animali culturali”. Animali cioè nei quali l’ereditarietà genetica rimane aperta alle infinite variazioni indotte dall’esperienza della vita. Il segreto del nostro successo, ma anche purtroppo l’elemento che potrebbe portarci all’estinzione, è contenuto difatti nella continua mutazione dei comportamenti, l’adattabilità, che non trova limiti nemmeno nel corpo, perché è possibile estenderne le capacità con aggiuntivi sempre più sofisticati. Il fatto poi che a scrivere queste righe sia un umano come gli altri, dimostra, al di là della sensatezza di quanto scritto, la straordinarietà della nostra esistenza, persino capace di consapevolezza e astrazione.

L’ho presa larghissima, e me ne scuso, perché se c’è qualcosa che rende interessanti le immagini, e quelle fotografiche in massimo grado, è proprio la loro capacità di contenere prima di tutto una essenza di umanità, chiamiamola così. L’intenzione da cui originano è difatti già di per se stessa carica di significato, indipendentemente dalla sua riuscita o meno nel risultato finale. Per questo motivo ogni immagine è innanzitutto un oggetto culturale, quindi storico, e come tale andrebbe sempre maneggiata. Guardare le immagini come fossero oggetti estetici valutabili solo con il metro del nostro gusto personale è la prima fonte di equivoci e incomprensioni. Un esercizio fuorviante o, peggio, falsificante.


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