Pensare per immagini.
Prendere una fotografia oggi è più semplice che mai. Si riduce tutto a puntare un congegno verso la direzione di ciò che si desidera prelevare e premere il pulsante di scatto. Gli automatismi producono un risultato nella maggior parte dei casi sufficiente, entro i limiti di funzionamento previsti dal produttore del congegno ovviamente.
Questa semplicità genera mostri. La riduzione dei tempi di realizzazione aumenta le prese inutili. Numeri sempre più elevati di file irrilevanti si accatastano nelle schede di memoria e poi negli hard disk. Qualcuno pensa di sfuggire al fenomeno tornando al sistema chimico. Numeri meno elevati di pellicole e stampe si accatasteranno allora nei cassetti, ma la selezione data dalla procedura più lenta e complessa non comporterà necessariamente una migliore qualità dei risultati.
Non penso vi sia nessun rimedio tecnologico all'indispensabile precondizione di imparare a pensare per immagini.
Questa semplicità genera mostri. La riduzione dei tempi di realizzazione aumenta le prese inutili. Numeri sempre più elevati di file irrilevanti si accatastano nelle schede di memoria e poi negli hard disk. Qualcuno pensa di sfuggire al fenomeno tornando al sistema chimico. Numeri meno elevati di pellicole e stampe si accatasteranno allora nei cassetti, ma la selezione data dalla procedura più lenta e complessa non comporterà necessariamente una migliore qualità dei risultati.
Non penso vi sia nessun rimedio tecnologico all'indispensabile precondizione di imparare a pensare per immagini.