Non tutto è immagine.
La notizia recente è che Instagram ha deciso di consentire la pubblicazione di immagini con formati diversi dal quadrato senza che si debba ricorrere ad app di terze parti per poterlo fare.
Apriti cielo. I fondamentalisti di quel social han levato gli scudi (quadrati) in aria. Su Wired è apparso un articolo il 2 settembre scorso che corregge un poco il tiro rispetto alla reazione "di pancia" del 27 agosto nella quale si sosteneva addirittura questo: "L’apertura alle foto rettangolari certifica che Instagram non è più un luogo di sperimentazione, ma solo di pubblicazione.".
Sono particolarmente colpito da come delle invenzioni di marketing possano venire prese per attività di ricerca espressiva, magari "di massa", nelle quali la missione sia quella di "liberare" la cosiddetta "creatività" degli utenti. Lo stesso equivoco è alla base del successo dei "filtrini" che pasticciano una presa fotografica fino a farla sembrare simile ad una tradizionale immagine manuale, con relative medaglie al merito autoriale.
La scelta del quadrato, così come quella iniziale di consentire solo a chi possedesse un iPhone di pubblicare su Instagram nasce da una pura e semplice idea per un mercato di nicchia nel quale poter acquisire un monopolio temporale sufficientemente lungo, e quindi redditizio.
Tuttavia nel mercato globale la pressione della domanda sull'offerta di successo è così veloce e forte che porta allo sfondamento finale delle nicchie, le quali finiscono per alla(r)garsi sempre di più fino a ricadere in un mercato indifferenziato dalla concorrenza.
Perché allora fu scelto proprio il quadrato? Non conosco smartphone con schermi quadrati. E neppure con riduzioni a quadrato dello schermo durante la presa di una fotografia. Non fu quindi, secondo me, per scelta compositiva o nostalgico-ideologica (le vecchie Polaroid amatoriali...), ma per motivi grafici e funzionali. Le icone quadrate consentono di essere viste in superfici di visione rettangolari (quelle dei display e dei monitor) senza orientamenti fastidiosi in orizzontali e verticali che spezzano la griglia regolare. L'invenzione della carta a quadretti insomma, perfettamente in sintonia con la forma del pixel digitale fotografico, e per gli stessi motivi geometrici peraltro.
La vera "rivoluzione mancata" è stata un'altra: l'immediatezza di ripresa e pubblicazione. Non interessa che a una minoranza di persone. La maggior parte si accorge prima o poi che vengono fuori figurine talmente povere e ripetitive, come è la vita di ciascun essere umano se osservata minuto per minuto, da finire per trovarle controproducenti. Meglio un piatto di cibo o un tramonto ben fotografati ogni tanto che tanti mal ripresi. L'immagine è tutto si sa, ma non tutto è immagine.
Apriti cielo. I fondamentalisti di quel social han levato gli scudi (quadrati) in aria. Su Wired è apparso un articolo il 2 settembre scorso che corregge un poco il tiro rispetto alla reazione "di pancia" del 27 agosto nella quale si sosteneva addirittura questo: "L’apertura alle foto rettangolari certifica che Instagram non è più un luogo di sperimentazione, ma solo di pubblicazione.".
Sono particolarmente colpito da come delle invenzioni di marketing possano venire prese per attività di ricerca espressiva, magari "di massa", nelle quali la missione sia quella di "liberare" la cosiddetta "creatività" degli utenti. Lo stesso equivoco è alla base del successo dei "filtrini" che pasticciano una presa fotografica fino a farla sembrare simile ad una tradizionale immagine manuale, con relative medaglie al merito autoriale.
La scelta del quadrato, così come quella iniziale di consentire solo a chi possedesse un iPhone di pubblicare su Instagram nasce da una pura e semplice idea per un mercato di nicchia nel quale poter acquisire un monopolio temporale sufficientemente lungo, e quindi redditizio.
Tuttavia nel mercato globale la pressione della domanda sull'offerta di successo è così veloce e forte che porta allo sfondamento finale delle nicchie, le quali finiscono per alla(r)garsi sempre di più fino a ricadere in un mercato indifferenziato dalla concorrenza.
Perché allora fu scelto proprio il quadrato? Non conosco smartphone con schermi quadrati. E neppure con riduzioni a quadrato dello schermo durante la presa di una fotografia. Non fu quindi, secondo me, per scelta compositiva o nostalgico-ideologica (le vecchie Polaroid amatoriali...), ma per motivi grafici e funzionali. Le icone quadrate consentono di essere viste in superfici di visione rettangolari (quelle dei display e dei monitor) senza orientamenti fastidiosi in orizzontali e verticali che spezzano la griglia regolare. L'invenzione della carta a quadretti insomma, perfettamente in sintonia con la forma del pixel digitale fotografico, e per gli stessi motivi geometrici peraltro.
La vera "rivoluzione mancata" è stata un'altra: l'immediatezza di ripresa e pubblicazione. Non interessa che a una minoranza di persone. La maggior parte si accorge prima o poi che vengono fuori figurine talmente povere e ripetitive, come è la vita di ciascun essere umano se osservata minuto per minuto, da finire per trovarle controproducenti. Meglio un piatto di cibo o un tramonto ben fotografati ogni tanto che tanti mal ripresi. L'immagine è tutto si sa, ma non tutto è immagine.