Instagram fa le foto.
Così mi son visto scrivere da un amico che fotografa come me da oltre trent'anni. Ohibò mi son detto, qui c'è della confusione da chiarire.
Di recente, per motivi familiari, ho ceduto alla necessità di dotarmi del mitico smartphone. Un mondo di possibilità mi si è aperto. Tra queste, quella di accedere finalmente alla "peste oculare" come produttore di contenuti e non solo come osservatore dal pc.
Dopo le prime sperimentazioni, mi è stato subito confermato quello che già intuivo osservando: tutto si riduce ad un social come altri, l'esempio più vicino che mi viene in mente è Tumblr. L'unica vera particolarità è di marketing, qui sta il genio. L'accesso venne riservato dapprima solo agli iPhone e in seguito anche a tutti gli altri smartphone. Niente PC, niente Photoshop. Saltata via una storia per aprirne un'altra.
Quale altra? La fotografia in connessione mobile. In sostanza, il tempo intercorrente tra la presa della fotografia e la sua diffusione può essere abbreviato all'estremo. Per certi aspetti, solo produttivi, ciò capitava già all'epoca della Polaroid, ma la diffusione rimaneva quella tradizionale. Ora la diffusione, il vero elemento di novità, è ravvicinata all'estremo possibile delle tecnologie attuali di interconnessione.
Per il resto, nello smartphone è inserito un congegno fotografico come un altro che segue le stesse regole fototecniche di tutti gli altri. Nessuna reale novità, ma solo una procedura diversa, utile per portare il fotografico dove prima faticava ad essere impiegato. Nel mio c'è un obiettivo equivalente al 28mm sul Full Frame, ma con i lati 4:3. La massima apertura è F2,4. Il sensore è da 1/4 di pollice. Automatismi vari parzialmente escludibili. Tutte le possibilità e i limiti applicativi vanno di conseguenza, come al solito. Diciamo che se i designer prevedessero anche un pulsante di scatto fisico sarei più felice, ma ci si arrangia lo stesso.
I filitri? Ah sì, i filtri. Volendo pacioccare ce ne sono di default e di tanti altri scaricabili. Ne ho passati diversi, ma mi son venuti tutti a noia in due o tre giorni. Far fatica per avere alla fine una robina impupata di 612x612 pixel di lato, perché questa è la mirabolante risoluzione di un'icona, sempre quadrata, su Instagram, mi pare proprio demenziale.Ognuno però è giusto che valuti per se stesso e una scelta non è meglio di un'altra.
Alla fine della fiera, nel cellulare intelligente c'è tanta roba tra cui una fotocamera. Fa le foto e nemmeno malaccio. Fin qui niente di eclatante. Poi però le condivide quasi in tempo reale, volendo, su un social, non necessariamente Instagram. Ecco qui la cosa che più mi intriga. Però... ora ho scoperto che mettendo una SD WiFi nella mia solita fotocamera posso farlo usando il cellulare come modem... Non basta... posso pure trasferire con OneDrive, o servizi analoghi, le mie foto dal pc allo smartphone. Ecco così che si ritorna con vero piacere all'antico e tutto rimane una questione di connessioni e tecnologie. Fuffetta concettuale insomma.
Di recente, per motivi familiari, ho ceduto alla necessità di dotarmi del mitico smartphone. Un mondo di possibilità mi si è aperto. Tra queste, quella di accedere finalmente alla "peste oculare" come produttore di contenuti e non solo come osservatore dal pc.
Dopo le prime sperimentazioni, mi è stato subito confermato quello che già intuivo osservando: tutto si riduce ad un social come altri, l'esempio più vicino che mi viene in mente è Tumblr. L'unica vera particolarità è di marketing, qui sta il genio. L'accesso venne riservato dapprima solo agli iPhone e in seguito anche a tutti gli altri smartphone. Niente PC, niente Photoshop. Saltata via una storia per aprirne un'altra.
Quale altra? La fotografia in connessione mobile. In sostanza, il tempo intercorrente tra la presa della fotografia e la sua diffusione può essere abbreviato all'estremo. Per certi aspetti, solo produttivi, ciò capitava già all'epoca della Polaroid, ma la diffusione rimaneva quella tradizionale. Ora la diffusione, il vero elemento di novità, è ravvicinata all'estremo possibile delle tecnologie attuali di interconnessione.
Per il resto, nello smartphone è inserito un congegno fotografico come un altro che segue le stesse regole fototecniche di tutti gli altri. Nessuna reale novità, ma solo una procedura diversa, utile per portare il fotografico dove prima faticava ad essere impiegato. Nel mio c'è un obiettivo equivalente al 28mm sul Full Frame, ma con i lati 4:3. La massima apertura è F2,4. Il sensore è da 1/4 di pollice. Automatismi vari parzialmente escludibili. Tutte le possibilità e i limiti applicativi vanno di conseguenza, come al solito. Diciamo che se i designer prevedessero anche un pulsante di scatto fisico sarei più felice, ma ci si arrangia lo stesso.
I filitri? Ah sì, i filtri. Volendo pacioccare ce ne sono di default e di tanti altri scaricabili. Ne ho passati diversi, ma mi son venuti tutti a noia in due o tre giorni. Far fatica per avere alla fine una robina impupata di 612x612 pixel di lato, perché questa è la mirabolante risoluzione di un'icona, sempre quadrata, su Instagram, mi pare proprio demenziale.Ognuno però è giusto che valuti per se stesso e una scelta non è meglio di un'altra.
Alla fine della fiera, nel cellulare intelligente c'è tanta roba tra cui una fotocamera. Fa le foto e nemmeno malaccio. Fin qui niente di eclatante. Poi però le condivide quasi in tempo reale, volendo, su un social, non necessariamente Instagram. Ecco qui la cosa che più mi intriga. Però... ora ho scoperto che mettendo una SD WiFi nella mia solita fotocamera posso farlo usando il cellulare come modem... Non basta... posso pure trasferire con OneDrive, o servizi analoghi, le mie foto dal pc allo smartphone. Ecco così che si ritorna con vero piacere all'antico e tutto rimane una questione di connessioni e tecnologie. Fuffetta concettuale insomma.