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Visualizzazione dei post da 2013

Permettersi un Ghirri? No, grazie.

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Riproduzione dal fotolibro "Kodachrome" del 1978. Sulla webzine Fotografia Magazine è stata pubblicata il 18 dicembre scorso un'intervista a Eugenio Re Rebaudengo dal titolo " Puoi permetterti di comperare queste fotografie di Luigi Ghirri? " alla quale rimando i lettori che vogliano meglio comprendere i motivi di questo articolo. Qui mi preme solo rispondere alla domanda evocata nel titolo, che fa riferimento all'iniziativa di proporre al mercato collezionistico stampe originali di Ghirri a svariate migliaia di euro ciascuna, contando sulla loro inevitabile rarità, dovuta alla scomparsa prematura dell'autore e alla sua noncuranza in vita delle logiche di tiratura ed edizioni numerate tipiche del mercato di beni d'arte e di lusso. No, non posso permettermelo di comperarle e però anche se potessi non lo farei, proprio per rispetto di Luigi Ghirri che per tutta la vita si era mosso fuori dalle logiche più commerciali del mercato dell'arte.

Scrivere con la luce.

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Appunti per gli occhi (2009-2011). Stamattina la rete mi ha nuovamente manifestato la sua forza di interconnessione mentale. Due interlocutori abituali hanno orientato i miei pensieri in una direzione imprevista. Il primo, Nello Rossi, assiduo e prezioso frequentatore del gruppo di Facebook We Do the Rest , nel ripubblicare un suo testo del 29 aprile scorso, intititolato Spettri peripatetici e scheletri nell'armadio , scrive: " Ando Gilardi ci ha insegnato che il "vero" illustratore, cioè il sapiente utilizzatore di immagini, parte da queste per poi scrivere: l'esatto percorso inverso di solito seguito da chi confeziona libri giornali periodici e documentari. Quasi sempre, inoltre, le attività di scrittore e illustratore non sono svolte dalla stessa persona. " Incontrando queste parole ho sentito qualcosa agitarsi in me ed ho subito così commentato: " Il fotografo dovrebbe scrivere con la luce. Invece mette solo in fila delle icone prodotte da

La nuova Istanbul di Paola De Pietri.

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Dettaglio fotografato dall'opera in mostra. Da Alberto Peola a Torino si è inaugurata il 4 dicembre scorso una mostra personale di Paola De Pietri dal titolo " Istanbul New Stories ". Quest'ultimo lavoro dell'artista è dedicato all'espansione edilizia di Istanbul. Da alcuni anni la Turchia cresce economicamente quasi a ritmi da tigri asiatiche e l'afflusso esponenziale di nuovi abitanti porta alla rapida costruzione di intere zone residenziali su terreni fino a poco tempo fa non urbanizzati. Nel tumultuoso svolgersi di questa vicenda, la De Pietri ha portato l'attenzione sul momento germinale, quello nel quale non esiste ancora una comunità, ma se ne possono già intravedere i primi segni, carichi delle inevitabili contraddizioni. Il progetto si compone di una quarantina di fotografie riprese con una fotocamera per pellicole di grande formato. In attesa di poterlo vedere pubblicato nella sua interezza, si possono ammirare da Peola quasi una decina

Di cuore.

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Scattare una fotografia è, per me, prima di tutto un gesto istintivo di relazione diretta con qualcosa che mi tocca. Tendo la mano e tocco a mia volta. Non necessariamente la traccia che ne ricavo dev'essere bella o intelligente: mi basta sia sincera, con me stesso, non con altri. Mostrarla poi è un atto di condivisione. Anche in questo caso, non necessariamente per averne un ritorno. Quella stessa mano che si è distesa per toccare, ora contiene qualcosa e lo porge a chi vuole vederlo. Tutto lì. Ricordo, o immagino di ricordare, di averlo sempre fatto, fin da bambino, senza fotocamere e senza nemmeno tutte le complicazioni di pensiero che mi avrebbe poi portato negli anni il fotografico. Questa fotografia l'ho scattata l'altro giorno dal balcone di casa. Non significa altro che il mio piacere d'esserci stato, in quei momenti, davanti a quello succedeva nel cielo, sopra di me. La porgo a chi si ostina a leggermi, insieme ad un grazie. Di cuore. .

CONFINI 11 è a Milano!

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Ieri sera si è inaugurata, a cura di Polifemo Fotografia , la tappa milanese della rassegna di fotografia contemporanea CONFINI 11 . Io c'ero e l'emozione di vedere per la prima volta "al muro"  le opere selezionate è stata davvero notevole. In attesa di poterla ospitare in marzo a Torino, invito tutti a visitare la mostra di Milano e a partecipare ai CONFINI Labs , una novità didattica ideata dagli amici polifemici, che si estenderà nel tempo alle varie sedi della rassegna. Già che c'ero ho anche scattato qualche foto. Maurizo Chelucci, direttore artistico di CONFINI. Nino Cannizzaro, "QUANDO JUPITER GUARDAVA A EST. Leonardo Brogioni e Angelo Cucchetto. Fabrizio Intonti, "METANIMALIA". Fausto Raschiatore. Domenico Cipollina, "PAESAGGIO IN CORSO". Giovanna Gammarota. Domenico Cipollina, "PAESAGGIO IN CORSO". Alessandro Cirillo, "GENOS". Maurizio Chelucci e Ivan Margheri.

Il bambino di Mario.

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La notizia è che Simona Guerra ha dato un nome e un cognome al famoso " Bambino di Scanno ". Sì, quello dell'immagine che rese celebre nel mondo della fotografia artistica l'italiano Mario Giacomelli perché il mitico curatore del MoMA di New York, John Szarkowski , se ne innamorò e la volle, unica fotografia italiana esposta, nella mostra The Photographer's Eye del 1966 . Sulla falsariga della scoperta di Simona Guerra, il giornalista de La Repubblica Michele Smargiassi è andato a trovare il signor Claudio de Cola e lo racconta in un articolo apparso sul suo blog . Tutto per il meglio quindi. Il bambino di allora (1957) è ben vivo, ma sta altrove. La mamma è anch'essa in buona salute, come il padre, e vive ancora a Scanno , paesino degli Abruzzi divenuto in quegli anni Cinquanta uno dei luoghi mitici della fotografia, per via dei suoi abitanti vestiti con abiti tradizionali neri e tanto fotogenici (Persino HCB fotografò qui). Fossero i fotografanti odier

Mondi paralleli.

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Torino, 2013.  - ©Fulvio Bortolozzo In fondo è un'esperienza tutto sommato molto semplice. Della luce che viene trattenuta come traccia iconica visibile in modo durevole su di una superficie piana per tramite di un apparato tecnico. Un'immagine "automatica" insomma. Ci stiamo avviando ai due secoli di storia di questo procedimento e in un lasso di tempo così breve, sette od otto generazioni, esso ha completamente rivoluzionato il rapporto degli umani con le immagini. Da quel fatidico 1839, proprio a causa dell'inarrestabile pervasività sociale del fotografico, stiamo vivendo una esponenziale e paradossale "inversione dell'esperienza": ogni umano nutre ormai la propria mente più delle loro tracce fotografiche che delle percezioni visive dirette dei fenomeni. Una distorsione delle sorgenti del pensiero che trasforma il mondo in un mero set funzionale per immagini ottiche, le uniche ad essere oggetto d'interesse concreto. Ciò che non viene fiss

La fotografia sociale, per una sera a Milano.

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La prima fotografia di questa breve carrellata sulla serata è giusto che sia per lei: Manuela Cigliutti. L'artefice fondamentale dell'operazione " A noi ci frega lo sguardo ", da lei curata per sostenere concretamente l'attività di Comunità Nuova Onlus di Don Gino Rigoldi. L'inaugurazione da Open Care dell'esposizione delle opere donate dai fotografi per l'asta benefica, che verrà battuta da Christie's Italia martedì 22 ottobre prossimo, è stata davvero ben organizzata e coinvolgente. Essere uno degli autori chiamato da Manuela a far parte di questa iniziativa è per me davvero un grande onore. La serata, dopo un intervento d'apertura di Don Gino Rigoldi, ha trovato il suo punto culminante nei discorsi sulla fotografia sociale pronunciati da Gianni Berengo Gardin, Denis Curti e Grazia Neri. Denis Curti, dopo aver brevemente confermato il trasferimento nella sede di Open Care dell'operatività milanese della Fondazione Forma ,

La Forma del Contrasto.

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La notizia è che la Fondazione Forma lascia gli spazi di piazza Tito Lucrezio Caro a Milano in cui iniziò ad operare nel 2005, come società per azioni detenuta al 100% dall' Agenzia Contrasto , dopo aver preso in affitto e ristrutturato parte dei locali dismessi di un deposito dell'Azienda Trasporti Milanesi. Con  il successivo aggiungersi della Fondazione Corriere della Sera si costituì la Fondazione Forma con tre soci: Agenzia Contrasto, Fondazione Corriere della Sera, Azienda Trasporti Milanesi. Questa è la situazione societaria. Non è chiara invece quella finanziaria. Difficile quindi dire perché ora Roberto Koch, patron di Contrasto, abbia deciso di concludere l'esperienza di Forma, almeno così com'è stata portata avanti fino ad oggi. L'ATM resterà comunque nella Fondazione? Arriveranno o no nuovi soci? Al momento, viene solo dichiarato che Forma cambia operatività e verrà ospitata a Milano, non si sa se in comodato d'uso o con altro accordo, nella sed

Un'opera buona.

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©2011 Fulvio Bortolozzo. (opera in asta) A noi ci frega lo sguardo… un’opera buona a favore di Comunità Nuova Onlus Asta fotografica benefica per i 40 anni di Comunità Nuova: Christie’s, 22 Ottobre 2013. In occasione del 40° anniversario di Comunità Nuova Onlus , il 22 ottobre prossimo sarà battuta da Christie’s un’asta fotografica di beneficenza.  62 autori di fama nazionale ed internazionale hanno donato una loro fotografia per sostenere l’associazione milanese presieduta da don Gino Rigoldi. Il ricavato della serata sarà interamente devoluto alla comunità educativa per bambini Barrhouse di Milano, un servizio di Comunità Nuova. La Barrhouse accoglie bambini tra i cinque e i tredici anni, provenienti da famiglie in difficoltà talmente grandi da richiedere, a tutela dei piccoli, un decreto di allontanamento dalla famiglia da parte del Tribunale dei minorenni. Data la gravità delle condizioni di provenienza, la Barrhouse offre ai piccoli ospiti

L'ambigua infanzia di Hine.

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Dopo aver visto la mostra INFANZIA RUBATA , molto ben realizzata ed allestita, trovo necessario portare all'attenzione dei miei lettori alcuni appunti critici sul lavoro svolto da Lewis Hine. In primo luogo, i bambini mostrati nelle miserevoli condizioni del loro sfruttamento, nell'ambito dell'iconografia fin qui pubblicata di Hine, sono bianchi. Non un solo bimbo nero compare nelle immagini. Vista l'impossibilità che non ne abbia mai incontrati nelle sue puntuali indagini sullo sfruttamento del lavoro minorile, la scelta di escluderli è sicuramente ideologica e con ogni probabilità è dello stesso autore. In ogni caso resterebbe da capirne il perché. Hine vive in una civiltà industriale che nei primi anni del Novecento è in tumultuosa espansione. Sta crescendo, centesimo su centesimo, quella middle class che costituirà presto l'ossatura stessa del sogno americano nei decenni a venire. In questo contesto vanno inquadrate sia le nuove politiche sull'

Il gesto fotografico.

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Per la prima volta dall'apertura di questo blog cedo la parola ad un'altra persona: Massimo Tranquillo . Mi ha scritto stamattina chiedendo un parere su una questione, direi, cruciale. Condivido pienamente le sue idee in merito e quindi, come HCB insegna, gli passo la fotocamera perché stavolta la fotografia me la scatti lui. Caro Fulvio, aiutami a capire perchè in tutte le letture fatte sulla famosissima fotografia di Henri Cartier-Bresson  " Derrière la gare de Saint-Lazare " non si fa nessun cenno alle condizioni in cui fu eseguita la foto e cioè al fatto che si tratta di un'immagine ottenuta per caso, infilando l'obiettivo in un buco stretto di una staccionata. Non mi riferisco alla nota sul fatto che sia l'unica fotografia tagliata in camera oscura perchè si vede il bordo del legno. Lo stesso autore, abbastanza divertito, dice in una video intervista che si tratta di un caso, una foto fatta letteralmente alla cieca. Ora, comprendo benissimo

L'anomalia del fotografico.

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Collioure (France), 2007 . Vado al cinema fin dalla più tenera infanzia. Dal 1975 rinnovo, quasi senza soluzione di continuità, la tessera AIACE ed ho visto centinaia e centinaia di film, in prevalenza d'autore . Amo il cinema. Eppure non ho mai nemmeno pensato di girare un metro di pellicola. Di fare un mio film. Entro ed esco dalle gallerie d'arte, dai musei, dalle collezioni; acquisto libri d'arte e monografie dei pittori che prediligo. Amo la pittura. Mai pensato però di fare un quadro nemmeno quando ero al Liceo artistico e men che meno all'Accademia Albertina. Leggo romanzi da sempre, fin da quelli "per ragazzi" che divoravo ancora bambino, mai pensato di scriverne uno mio. Sono solo tre esempi personali di come esista comunemente un interesse per un'attività espressiva slegato dal desiderio di praticarla in prima persona. Esistono mercati, anche molto grandi, fatti dalle persone che amano "nutrirsi" di qualche forma d'arte s

Europa, forse.

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©Luca Nizzoli Toetti. Sta per diventare un libro per i tipi dell'editore Postcart di Roma il progetto fotografico Almost Europe di Luca Nizzoli Toetti . La prevendita sta volgendo al termine (30 settembre prossimo) e questo articolo vuole anche dare ai miei lettori l'opportunità di cogliere in extremis i vantaggi del preacquisto. ©Luca Nizzoli Toetti. Non è mia abitudine promuovere fotolibri, bensì semmai recensirli, ma nel caso specifico la regola merita un grande strappo perché Nizzoli Toetti si è imbarcato in un'impresa complessa e molto ambiziosa. ©Luca Nizzoli Toetti. Sulla falsariga dell'epocale The Americans di Robert Frank, e proseguendo nella tradizione, che riconosco anche come mia, delle flâneries evocate da Baudelaire, l'autore percorre dall'esterno quella che viene chiamata la Linea Blu   nella Comunità Europea: il confine verso oriente, un tempo invalicabile. Si muove da Kaliningrad in Russia fino a Istanbul in Turchia.  Anni

I bambini di Lewis Hine.

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Sabato 5 ottobre prossimo, a Chivasso, nella sede di Palazzo Einaudi, sarà inaugurata la mostra: Infanzia Rubata. Lewis Hine, le immagini che turbarono l’America. La mostra è stata fortemente voluta e autoprodotta da Rodolfo Suppo, titolare dello studio Fuocofisso di Torino, coadiuvato da Carmen Di Vuolo, progettista del catalogo. Le fotografie si riferiscono all’arco di tempo compreso tra il 1908 e il 1918, quando, su incarico del National Child Labor Committee di New York, Hine percorre in lungo e in largo ventotto Stati americani per testimoniare e denunciare davanti all’opinione pubblica del suo Paese la drammatica condizione del lavoro minorile nelle fabbriche, nelle città, nelle campagne, nei porti, nelle miniere e nelle abitazioni domestiche. In questi ultimi anni l’attenzione verso questo grande autore americano, ingiustamente relegato nell’oblio fino alla soglia degli anni ‘80 del Novecento, è cresciuta in maniera continua. Parigi, New York, Rotterdam, Milano, M

CONFINI 11, la rassegna ha inizio.

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©2013 Domenico Cipollina. CONFINI 11 La rassegna italiana di fotografia contemporanea Roma, Gorla Maggiore, Milano, Genova,  Torino, Trieste, Venezia-Mestre, Pistoia. "La disponibilità di nuovi strumenti, la seduzione del post-moderno e la molteplicità dei media che caratterizzano la nostra epoca hanno allargato la visione di molti fotografi e stiamo assistendo al definitivo abbattimento dei confini tra la fotografia e le altre forme d'arte.  Confini è la rassegna delle contaminazioni tecniche e linguistiche".  Con queste parole venivano tracciate nel 2001 le linee guida di un progetto che si conferma come un momento di verifica e di incontro con gli autori che utilizzano la fotografia in modo creativo al di fuori dalle convenzioni. La rassegna Confini é ormai giunta alla sua undicesima  edizione e si è imposta come  principale appuntamento annuale in Italia per presentare nuovi artisti fra quanti propongono un modo alternativo di immaginare la f

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