I ponti di Gerry
All'inizio fu Gerry Di Fonzo.
Domenica 8 settembre 2012, dal mattino al tardo pomeriggio, su tutti e dieci i ponti che attraversano il Po tra Moncalieri e San Mauro Torinese, incluse le passelle pedonali, appaiono dei cavalletti con diverse fotografie in bianco e nero di formato panoramico. Sulle fotografie si vedono i ponti stessi, ripresi da Gerry. Le postazioni sono all'inizio di ogni ponte, ma essendo otto i possibili "inizi" (quattro a livello stradale e quattro a livello del fiume) la visita di questa mostra sui generis (un flash-show potremmo dire) diventa una sorta di caccia al tesoro (dove saranno stavolta le foto?).
Il senso dell'operazione è nel titolo "Un'altra via è possibile". Ponti quindi intesi come possibilità, e speranza, di collegamento, come volontà di superamento delle divisioni. Uno dei rari manufatti umani concepito anche per dare una chance alla pace.
Non li ho visti tutti, ma sei su dieci sì. Così ho voluto a mia volta interagire, entrare nel gioco di Gerry e costruire un'ulteriore relazione fotografica tra il suo lavoro e il luogo da cui è stato tratto, lanciando un altro tipo di ponte quindi, di natura concettuale. Il risultato è qui di seguito. Come al solito, commenti più che graditi.
Ponte Umberto I
Ponte Isabella
Ponte Balbis
Ponte Vittorio Emanuele I
Ponte Regina Margherita
Passerella Cialis
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Domenica 8 settembre 2012, dal mattino al tardo pomeriggio, su tutti e dieci i ponti che attraversano il Po tra Moncalieri e San Mauro Torinese, incluse le passelle pedonali, appaiono dei cavalletti con diverse fotografie in bianco e nero di formato panoramico. Sulle fotografie si vedono i ponti stessi, ripresi da Gerry. Le postazioni sono all'inizio di ogni ponte, ma essendo otto i possibili "inizi" (quattro a livello stradale e quattro a livello del fiume) la visita di questa mostra sui generis (un flash-show potremmo dire) diventa una sorta di caccia al tesoro (dove saranno stavolta le foto?).
Il senso dell'operazione è nel titolo "Un'altra via è possibile". Ponti quindi intesi come possibilità, e speranza, di collegamento, come volontà di superamento delle divisioni. Uno dei rari manufatti umani concepito anche per dare una chance alla pace.
Non li ho visti tutti, ma sei su dieci sì. Così ho voluto a mia volta interagire, entrare nel gioco di Gerry e costruire un'ulteriore relazione fotografica tra il suo lavoro e il luogo da cui è stato tratto, lanciando un altro tipo di ponte quindi, di natura concettuale. Il risultato è qui di seguito. Come al solito, commenti più che graditi.
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