È successo di nuovo
©2009 Fulvio Bortolozzo.
Ho vissuto un'epoca felice in cui entravo in un negozio di dischi e trovavo, una settimana dopo l'altra, quelli che solo dopo la loro improvvisa e incomprensibile scomparsa dagli scaffali avrei capito essere capolavori irripetibili della musica pop. Questo fenomeno orrendo, ha continuato poi a ripetersi in altri campi sorprendendomi ogni volta e lasciandomi una sensazione d'amaro in bocca che mi sto purtroppo abituando a considerare parte essenziale del vivere.
Così è successo di nuovo, stamattina.
Su Facebook ho scambiato l'amicizia virtuale con Sabrina Ragucci e sono subito dopo finito sul suo blog, dove un post inatteso mi ha impietrito: tredici modi per non perdere una rivista.
Non ci potevo credere, è successo di nuovo.
Ancora una volta qualcosa che consideravo una parte stabile, positiva e piacevole della mia vita intellettuale improvvisamente non esisteva più. La rivista Around Photography chiude al suo numero 14. Sono corso a controllare nell'angolo di libreria dove conservo la rivista. Ho contato e ricontato: per fortuna, i numeri li ho tutti.
Ricordo ancora quando scopersi per caso quella rivista all'Arte Fiera di Bologna. C'era un ragazzo gentile in un piccolo stand con alcuni dei primi numeri. Uno in particolare attirò la mia attenzione. Si parlava dell'argomento che più mi coinvolge: la fotografia dei luoghi. Sbirciando foto e testi mi resi subito conto che il tono era colto, gli articoli sembravano mini-saggi. Era la prima volta, dopo troppi anni, che leggevo su una rivista qualcosa di veramente interessante che non fosse scritto in inglese o francese. Decisi di acquistare quel numero e, di fronte ad un'offerta scontata fattami dal giovane, finii per prenderli tutti, compreso il numero zero. Da allora ho continuato ad intrecciare i miei pensieri con ciò che leggevo su AP. Conobbi successivamente Roberto Maggiori, persona squisita e sinceramente appassionata, come tutte le migliori che ho incontrato finora. Anzi, nacque in me l'abitudine di comperare AP e le edizioni Quinlan direttamente dalle mani di Roberto, quando ci si incontrava: ad Artissima piuttosto che in una sperduta colonia nell'appennino ligure.
Ora il senso di vuoto è grande. Niente può sostituire Around Photography. Forse questo nostro Paese, ormai così desolante, non si merita nemmeno che accada il miracolo di una resurrezione. Spero che Roberto stia lavorando su altre strategie, decisamente internazionali, che lo conducano finalmente fuori dal pozzo italico, nel quale tutti siamo destinati a fare la fine di Alfredino: morire di stupidità.
In bocca al lupo Roberto e... alla prossima!
Ho vissuto un'epoca felice in cui entravo in un negozio di dischi e trovavo, una settimana dopo l'altra, quelli che solo dopo la loro improvvisa e incomprensibile scomparsa dagli scaffali avrei capito essere capolavori irripetibili della musica pop. Questo fenomeno orrendo, ha continuato poi a ripetersi in altri campi sorprendendomi ogni volta e lasciandomi una sensazione d'amaro in bocca che mi sto purtroppo abituando a considerare parte essenziale del vivere.
Così è successo di nuovo, stamattina.
Su Facebook ho scambiato l'amicizia virtuale con Sabrina Ragucci e sono subito dopo finito sul suo blog, dove un post inatteso mi ha impietrito: tredici modi per non perdere una rivista.
Non ci potevo credere, è successo di nuovo.
Ancora una volta qualcosa che consideravo una parte stabile, positiva e piacevole della mia vita intellettuale improvvisamente non esisteva più. La rivista Around Photography chiude al suo numero 14. Sono corso a controllare nell'angolo di libreria dove conservo la rivista. Ho contato e ricontato: per fortuna, i numeri li ho tutti.
Ricordo ancora quando scopersi per caso quella rivista all'Arte Fiera di Bologna. C'era un ragazzo gentile in un piccolo stand con alcuni dei primi numeri. Uno in particolare attirò la mia attenzione. Si parlava dell'argomento che più mi coinvolge: la fotografia dei luoghi. Sbirciando foto e testi mi resi subito conto che il tono era colto, gli articoli sembravano mini-saggi. Era la prima volta, dopo troppi anni, che leggevo su una rivista qualcosa di veramente interessante che non fosse scritto in inglese o francese. Decisi di acquistare quel numero e, di fronte ad un'offerta scontata fattami dal giovane, finii per prenderli tutti, compreso il numero zero. Da allora ho continuato ad intrecciare i miei pensieri con ciò che leggevo su AP. Conobbi successivamente Roberto Maggiori, persona squisita e sinceramente appassionata, come tutte le migliori che ho incontrato finora. Anzi, nacque in me l'abitudine di comperare AP e le edizioni Quinlan direttamente dalle mani di Roberto, quando ci si incontrava: ad Artissima piuttosto che in una sperduta colonia nell'appennino ligure.
Ora il senso di vuoto è grande. Niente può sostituire Around Photography. Forse questo nostro Paese, ormai così desolante, non si merita nemmeno che accada il miracolo di una resurrezione. Spero che Roberto stia lavorando su altre strategie, decisamente internazionali, che lo conducano finalmente fuori dal pozzo italico, nel quale tutti siamo destinati a fare la fine di Alfredino: morire di stupidità.
In bocca al lupo Roberto e... alla prossima!