Le presenze di Pier Paolo
Dalla serie Intercity © 2006-2008 Pier Paolo Fassetta
Di recente l'artista veneziano Pier Paolo Fassetta ha dato alle stampe un volumetto intitolato "Presenze" che racchiude la sintesi della sua quarantennale ricerca sul fotografico.
Dalle prime indagini concettuali della fine degli anni '60, Fassetta approda, con metodo e rigore immutati, alle sperimentazioni digitali più recenti. Un percorso senza soluzione di continuità che ci restituisce tutto il valore dell'approccio più meditato al senso stesso di un gesto, il fotografare, sempre più spesso dato per scontato, come fosse solo una delle diverse possibilità operative del corpo umano.
Dalla serie Intercity © 2006-2008 Pier Paolo Fassetta
Per Fassetta l'atto fotografico pone invece problemi d'ogni genere che ne impediscono l'esercizio irriflessivo tipico dell'istantanea. Dentro la traccia visiva raccolta dalla camera convivono difatti volontà e accadimenti in proporzioni ogni volta nuove e tutte, sempre, da ricomporre e riordinare.
L'ultimo lavoro pubblicato nella sua opera editoriale è "Intercity". Una serie realizzata tra il 2007 e il 2008 della quale presento qui tre fotografie. Si tratta di fuggevoli impressioni colte al volo dal finestrino durante spostamenti in treno, che diventano occasione per nuove relazioni tra pensieri e forme. Le saturazioni, i graffi sui vetri, il movimento stesso diventano la tavolozza mentale dalla quale attingere una visione nuova, mai banale. Un'esercizio della facoltà immaginativa portato lì dove invece di solito si spegne ogni pensiero che non sia quello di raggiungere la meta.
Dalla serie Intercity © 2006-2008 Pier Paolo Fassetta
L'indicazione che Pier Paolo Fassetta ci sta dando da decenni è quella di non considerare l'esercizio della fotografia un puro riporto meccanico di tracce ottiche, ma un momento di rielaborazione complessiva della percezione. Un esercizio non di stile, ma di conoscenza.
Di recente l'artista veneziano Pier Paolo Fassetta ha dato alle stampe un volumetto intitolato "Presenze" che racchiude la sintesi della sua quarantennale ricerca sul fotografico.
Dalle prime indagini concettuali della fine degli anni '60, Fassetta approda, con metodo e rigore immutati, alle sperimentazioni digitali più recenti. Un percorso senza soluzione di continuità che ci restituisce tutto il valore dell'approccio più meditato al senso stesso di un gesto, il fotografare, sempre più spesso dato per scontato, come fosse solo una delle diverse possibilità operative del corpo umano.
Dalla serie Intercity © 2006-2008 Pier Paolo Fassetta
Per Fassetta l'atto fotografico pone invece problemi d'ogni genere che ne impediscono l'esercizio irriflessivo tipico dell'istantanea. Dentro la traccia visiva raccolta dalla camera convivono difatti volontà e accadimenti in proporzioni ogni volta nuove e tutte, sempre, da ricomporre e riordinare.
L'ultimo lavoro pubblicato nella sua opera editoriale è "Intercity". Una serie realizzata tra il 2007 e il 2008 della quale presento qui tre fotografie. Si tratta di fuggevoli impressioni colte al volo dal finestrino durante spostamenti in treno, che diventano occasione per nuove relazioni tra pensieri e forme. Le saturazioni, i graffi sui vetri, il movimento stesso diventano la tavolozza mentale dalla quale attingere una visione nuova, mai banale. Un'esercizio della facoltà immaginativa portato lì dove invece di solito si spegne ogni pensiero che non sia quello di raggiungere la meta.
Dalla serie Intercity © 2006-2008 Pier Paolo Fassetta
L'indicazione che Pier Paolo Fassetta ci sta dando da decenni è quella di non considerare l'esercizio della fotografia un puro riporto meccanico di tracce ottiche, ma un momento di rielaborazione complessiva della percezione. Un esercizio non di stile, ma di conoscenza.