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Visualizzazione dei post da aprile, 2013

Chi sa vedere la bellezza.

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©2012 Fulvio Bortolozzo - dalla serie Note a perdere . Non si può dunque parlare né di oggettività né di soggettività della bellezza, perché per un verso la bellezza è perentoria solo per chi la sa vedere, e per l'altro chi sa vedere la bellezza la vede sempre in qualcosa e come bellezza di qualcosa; cioè per un verso la contemplazione non è tanto riconoscitiva da ridursi a mera registrazione senza carattere produttivo e figurativo, e per l'altro la contemplazione non è tanto produttiva da essere una vera e propria creazione senza carattere riconoscitivo. Luigi Pareyson, Estetica , 1988. .

A partire da tale gesto.

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©2013 Fulvio Bortolozzo - dalla serie Note a perdere . Oltre al desiderio condiviso di fedeltà al reale e di utilità pubblica delle immagini, un altro aspetto riunisce le diverse direzioni del discorso documentario ed è il fatto d'essersi sempre sviluppato in contrapposizione — e in riferimento — alla fotografia artistica o a una determinata condizione della fotografia artistica con cui si intendeva rompere. Ed è proprio questo il paradosso centrale di tale discorso: lo stile documentario che si potrebbe considerare come antonimo di "artistico" è essenzialmente un'emanazione del campo artistico; soltanto dei fotografi desiderosi di collocarsi rispetto a un approccio artistico precedente — in relazione ad esso e dunque all'interno di un discorso estetico — ne hanno avuto bisogno. I professionisti dediti a produrre documenti semplicemente utili al loro filone — dalla medicina all'astronomia — non si sono affatto preoccupati di costruire una qualsiasi

Le visioni di Uelsmann a Torino.

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Fino al 25 aprile prossimo la galleria d'arte Pirra di Torino ospita alcune stampe fotografiche fine art, varie sono vintage , di Jerry Uelsmann . Nato nel nel 1934 a Detroit, e ancora in attività, è giustamente considerato tra i grandi maestri internazionali, anche se non è molto conosciuto in Italia. Uelsmann raggiunge i massimi riconoscimenti già negli anni '60-'70 e gode oggi di rinnovata attenzione perché viene da alcuni ritenuto il precursore di quanti realizzano le loro immagini post-producendo fotografie con programmi come Adobe Photoshop . Un'altamente consigliabile visita alla mostra, serve anche per sfatare questo luogo comune. Non basta assemblare in una stampa unica dei negativi, o file, diversi per realizzare visioni della qualità onirica e concettuale di Uelsmann. Alla base della sua sapienza artistica non c'è la pur elevatissima tecnica artigianale che gli consente di ottenere in camera oscura fusioni davvero perfette. Il cuore dell'intensit

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