Dal pisciatoio alla banana, passando per la merda.


Dal 1917 sono trascorsi 102 anni. In quell'anno Marcel Duchamp presentò a New York la sua "Fountain" sotto lo pseudonimo R. Mutt. L'opera, un pisciatoio da muro comperato da un negozio della città, non venne mai esposta al pubblico e in seguito andò perduta. Ne abbiamo una fotografia di Alfred Stieglitz. Venne invece esposta, e collezionata, la merda d'artista in scatola di Piero Manzoni del 1961. Prodotta in 90 esemplari del peso di 30 grammi ciascuno e messa in vendita alla stessa quotazione dell'oro. Oggi arriva  la banana di Maurizio Cattelàn appesa con del nastro adesivo grigio alle pareti di uno stand della fiera d'arte di Miami e proposta in vendita a 120.000 dollari. Pare già acquistata in 2 copie.

A me tutto questo sembra il segno di un percorso giunto a scadenza. Come tutti i massimalismi, a forza di cercare una provocazione scandalosa più scandalosa della precedente si finisce per divenire irrilevanti. Sì, tutti si ricordano del pisciatoio, tanti altri della merda, forse la banana resisterà per un po', ma alla fine rimane poco meno di una barzelletta per farsi due risate tra amici.

All'inizio del percorso c'era l'arte tradizionale, poi quella moderna e si trattava di scardinare conformismi accademici, protestare contro il mercato dell'arte che riduceva le opere a merce, ecc. ecc. Ma c'è il piccolo particolare che il mercato ha poi vinto. Il Muro è caduto. L'alternativa è morta. L'icona, maledetta e retinica, sommerge la comunicazione telematica. Continuare a far finta che sia possibile ottenere qualche risultato con le provocazioni significa vivere con un secolo di ritardo. L'arte contemporanea è oggi un mercato esclusivo, fatto da collezionisti privati e pubblici in grado di ingoiare, prezzare e rivendere qualunque cosa e gesto. Far pagare una banana 120.000 euro ad un collezionista non vuol dire aver vinto. Ha vinto lui. Tu sei solo un pagliaccio che resta sulla scena fino a quando la bolla speculativa reggerà. Vali meno di un bulbo di tulipano olandese del Seicento. Però sei ricco. In fondo, oggi conta solo chi ha i soldi in mano. Vince il denaro e gli altri ridano o piangano poco importa.



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