Come fosse la prima volta, o quasi.

L'osservazione è un'attività apparentemente così semplice da sembrare del tutto connaturata all'essere umano. Forse è anche così, ma perlopiù lo è nell'età infantile. Un'età nella quale sono davvero poche le cose conosciute e ogni nuovo incontro solleva curiosità, stupore. Man mano che si ripetono le esperienze un velo di indifferenza impercettibilmente, ma inesorabilmente, cala sulla mente. Gli occhi continuano a fornire informazioni visive che però vengono subito derubricate, dimenticate, classificate tra le cose già archiviate e quindi inutilmente ridondanti.

La riattivazione della capacità di osservazione richiede quindi una sorta di allenamento. In questo senso, un congegno come la fotocamera può essere molto utile. L'idea di trasferire ciò che si percepisce con gli occhi non più solo nella mente, ma anche in una specie di memoria esterna può riattivare la curiosità e con essa la possibilità di riguardare ciò che si incontra, come fosse la prima volta, o quasi.

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