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Visualizzazione dei post da aprile, 2022

FZINE 4

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FZINE 4   - Maggio 2022 Fotografie di autori che praticano l'osservazione nei luoghi della vita contemporanea, in Italia e all'estero. Photographs of authors who practice observation in the places of contemporary life, in Italy and abroad. https://it.blurb.com/b/11140689-fzine-4 In questa uscita: In this issue: Lorenzo AVICO Alberto BERTONE Luigi CIPRIANO Vincenzo LABELLARTE Benedetta MANZI Adriano ZANNI © Tutti i diritti riservati agli Autori © All Rights Reserved to the Authors Progetto editoriale Editorial Project ©2022 Fulvio Bortolozzo

Sotto l'ombra di un bel fior.

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Sono passati settantasette anni da quel 25 aprile 1945. Data simbolo della fine della Seconda Guerra Mondiale in Italia. Una vittoria anche italiana imprevedibile due anni prima. Il 25 aprile 1943 il Quartier Generale delle Forze Armate comunica, tra le altre scarne notizie, che sul fronte occidentale tunisino truppe italiane e tedesche sono im­pegnate in duri combattimenti contro il nemico che ha lanciato all’attacco nuove poderose forze corazzate e di fanteria. Nella notte quadrimotori americani hanno effettuato un’incursione nei dintorni di Napoli facendo danni in misura non grave. A Torre del Greco si deplorano 47 morti e 66 feriti. Un aereo nemico precipitava in mare, colpito dalle artiglierie della difesa, nei pressi di Ispica (Ragusa) nel cui territorio venivano sgan­ciate alcune bombe senza conseguenze. In quel 25 aprile 1943 l'Italia era quindi ancora compattamente fascista e combatteva una guerra insieme alla Germania nazista e al Giappone imperiale contro l'Alleanza

La mente, lo sguardo e il corpo da Phos a Torino.

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  Teresa Zanetti, senza titolo, 2021 . Una mostra di quattro autori  sul tema del corpo umano. Fotografie molto diverse tra di loro, ma tutte di notevole interesse. A riunire le immagini è il titolo dato alla collettiva "Il corpo non mente" , abile gioco di parole che mette al centro ciò che nel corpo sta e lo determina: la mente appunto, che mente sempre per sua natura e però solo attraverso di essa possiamo avere consapevolezza del corpo in cui è biologicamente inserita.  Questione affascinante e nodale. Claudio Capanna (1980)   espone dei bianchi e neri a forte contrasto in ambientazioni naturali secondo la tradizione classica che vede il corpo, in specie nudo e femminile, come parte del tutto ambientale. La serie si intitola difatti " Mater ", come a suggerire un percorso all'inverso degli umani verso le fonti primigenie da cui la civiltà li ha ormai separati. Carolina López Bohórquez  (1980) , colombiana di nascita, nella serie "Les nuits fauves"

Sakurai da Metroquadro a Torino.

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Pittura, pittura. Colore solido, lucido, plasticoso, glicemico. Quadri commestibili quasi, o comunque paragonabili alle seduzioni alimentari consumistiche più estreme. Una sorta di diabete pittorico come situazione terminale per chi assaggi con gli occhi troppe di queste tele. La perfezione seduttiva è però incrinata da colature, alterazioni gestuali, imperfezioni che distanziano dal desiderio, rivelano il pericolo, contraddicono le pulsioni emozionali e aprono varchi alla ragione. Un lavoro coerente che culmina nelle tele recenti. Sakurai possiede il dono esistenziale di vivere in due mondi lontani tra di loro costruendo una sintesi impossibile altrimenti. E non è affatto poca cosa, anzi. Shinya Sakurai Terrific Colors Fino al 14 maggio 2022. Metroquadro Arte contemporanea Corso San Maurizio 73/F, Torino www.metroquadroarte.com info@metroquadroarte.com

"La Classe" al Teatro Astra di Torino.

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Vista la prima, rimane però poco, fino a domenica 3 aprile. Ancora due repliche quindi. Erano alcuni secoli che non andavo a teatro. In gioventù, ai tempi della Scuola di Scenografia all'Accademia Albertina, mangiavo pane e teatro. Poi mi sono allontanato. Non riesco a ricordare un perché. Abito nel quartiere dal 1998 e non avevo mai messo piede al Teatro Astra. C'è sempre una prima volta. Una serata speciale con mia moglie. Eccoci quindi in sala. Una sala piena di persone tutte munite di Super Green Pass e FFP2. L'effetto è strano davvero, anche faticoso. Poi lo spettacolo fa il miracolo di entrarci dentro, si dimentica tutto, persino la FFP2, e siamo sul palco con gli attori. L'Astra è una sala particolare, ti butta nella scena, sei lì insieme a loro. Una sottile gioia prende corpo. Siamo insieme a decine e decine di umani con otto attori che per noi, solo per noi, in quel momento preciso, irripetibile perché ogni replica sarà sempre diversa dalle altre, ci agitano, c

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