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Visualizzazione dei post da ottobre, 2021

Esito negativo.

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Ricevo un comunicato stampa da una nota galleria d'arte contemporanea torinese per l'inaugurazione della prossima mostra. C'è il testo di presentazione e un'immagine a colori di una delle fotografie esposte. Vedo una conchiglia chiaramente invertita nei toni, quindi di varie gradazioni di blu, come qualsiasi altra immagine a colori invertita digitalmente. Basta un click nel più semplice dei programmi di visualizzazione. Una cosa che chiunque può fare, e fa per gioco, ormai si può dire "da sempre". Un effetto che lascia davvero il tempo che trova. Eppure nel testo, questo risultato viene proposto come chissà quale vertice artistico che debba indurre meraviglia e riflessioni profonde.  Ora, io non so quanto qualcuno sia disposto a pagare per mettersi in collezione un'opera del genere, e non voglio nemmeno saperlo, ma se questo è ciò che si propone come "arte contemporanea", cioè immagini davvero qualsiasi avvolte in un cellophane di parole celebrat

Un linguaggio per vedere.

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Ho sempre ritenuto che la fotografia fosse un linguaggio per vedere e non per trasformare, occultare, modificare la realtà. Ho lasciato che fosse la sua magia a rivelare al nostro sguardo gli spazi, gli oggetti, i paesaggi che voglio rappresentare. Aforisma estratto da "L'opera aperta", breve testo scritto da Luigi Ghirri nel giorno di martedì 30 ottobre 1984. (Niente di antico sotto il sole, Scritti e interviste 1973-1991, Quodlibet 2021) Come ogni citazione, e questa campeggia in recenti allestimenti espositivi dedicati a Luigi Ghirri, il rischio è sempre quello di finire per fraintendere il senso pieno del ragionamento, semplificandolo in una ricettina buona per tutti gli spuntini graditi a ciascuno. Sono passati quasi esattamente 37 anni da quel testo e molta acqua è passata sotto i ponti del fotografico. Grazie anche all'avvento del digitale prima e di Internet poi, oggi si può meglio comprendere come tra vedere e f

REST 28

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  In this issue (October 2021) Stefano BARATTINI Gianni CARIONI Giuseppe CAVALLERO Carlo CAVICCHIO Luigi CIPRIANO Giovanni MINERVINI REST is an On Demand photographic magazine without words. The photographers selected for REST carry out good projects with interesting pictures. REST wants to change the priority. The visual perception is the first form of knowledge: instinctive, pre-verbal. REST thinks: if an image doesn't work, a hundred, a thousand, or a million words won't be enough to save it. REST è una rivista On Demand di fotografie senza parole. I fotografi selezionati per REST realizzano serialità con immagini interessanti. REST cambia la priorità. La percezione visiva è la prima forma di conoscenza: istintiva, pre-verbale. REST pensa: se un'immagine non funziona, centinaia, migliaia o milioni di parole non potranno salvarla. REST, ©2015-2021 Fulvio Bortolozzo. All Rights Reserved

Tredici anni oggi.

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Tredici anni. Un tempo lunghissimo per Internet. Sono successe tantissime cose nel frattempo. Eppure eccomi qui adesso, come quella prima volta del 4 ottobre del 2008, a digitare in questo blog, che si è chiamato a lungo Camera Doppia. Cosa rimane però di tutto questo digitare? Ben poco. Qualche post più brillante di altri ogni tanto, ma sempre più spesso solo informazioni pratiche su seminari ed edizioni che di volta in volta propongo. Se non mi fossi ricordato dell'anniversario nemmeno starei scrivendo queste righe. Di fatto la valvola di sfogo di quello che mi passa per la testa, e che proprio non ce la faccio a non condividere con altri, è ormai il mio profilo Facebook. Un social che non sopporto per l'ottuso autoritarismo statunitense che lo anima, fatto di ipocrita puritanesimo e falso liberalismo in specie verso i fornitori di odio, ma che non è sostituibile con questo blog per mantenere efficacemente i contatti con gli amici che ancora si ostinano ad interessarsi di ciò

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