Hic sunt leones.

Ma che terra è quella dove una madre e un bambino possono venire sbranati da "animali selvatici" a poche centinaia di metri da un'autostrada, in una zona impervia, ma con casolari e allevamenti? Da quale racconto horror esce questa trama? Quale cultura del territorio esiste fuori da quei centri urbani, dove si muore straziati se si cammina nel posto sbagliato?

E tutta quella tecnologia, la più moderna, le procedure studiate alla perfezione, il dispiegamento di uomini e mezzi per due settimane per battere a tappeto una zona che sembra più selvaggia dell'Africa dei racconti ottocenteschi. Poi arriva un ex carabiniere con un falcetto e in mezza mattinata, lì dove nessuno si era spinto, ma dove lui sapeva poteva esserci qualcosa, trova i miseri resti di un bimbo. Dicono siano stati "animali selvatici". Ma che animali selvatici vivono fuori dai centri abitati di quelle zone? Tigri, leoni, iene? E perché questi animali selvatici possono vivere e sbranare esseri umani senza che questo costituisca un problema particolare?

Hic sunt leones, andrebbe scritto sulle mappe di simili zone dove il territorio è abbandonato a se stesso, volutamente penso io. Lì la cultura e la vita umana valgono meno del peso dei corpi e delle ossa di chi ci capita per sbaglio. Non è un paese civile quello, è un abisso mentale prima che materiale. Anche solo pensare che possa continuare ad esistere mette paura e sconforto estremo.

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