Suca!

Mi pare ora di dircelo: Voltaire aveva torto. Io non difenderò fino alla morte il tuo diritto di dire qualsiasi cosa ti passi per la testa senza riguardo alcuno per il prossimo. Non è questa libertà di teppismo scritto e disegnato il valore dell'Occidente da difendere contro la barbarie oscurantista del perbenismo borghese, religioso o totalitario che sia.

La satira ha senso quando mette in mano agli oppressi un'arma per difendersi dagli oppressori. "Una risata vi seppellirà" si diceva ai tempi dei miei capelli lunghi e la derisione dei potenti era a volte davvero l'unico modo possibile per opporsi ai loro soprusi, o almeno per non doverli subire in silenzio e basta.

Nella storiografia scolastica francese manca certamente un personaggio come Fabrizio Maramaldo, un capitano di ventura divenuto famoso nel 1530 per aver infierito su Francesco Ferrucci, ormai morente e non più capace di difendersi. Maramaldeggiare da allora è l'estremo atto vile dei violenti, di quelli che potrebbero rinunciare alle loro efferatezze, giunte ormai a mal fine, e invece insistono con godimento sadico nel protrarre le sofferenze di chi già è stato abbattuto.

L'ho presa troppo alta, lo so. Per qualche lazzo scomposto uscito da matite deboli non è il caso di farla così lunga, in fondo sarà la melma da cui provengono a soffocarli e farli dimenticare.

Per cui, con antica saggezza sicula, una sola cosa resta da replicare ai satirici parigini, una cosa molto in stile con le loro idee scadenti su cosa siano l'Italia, gli italiani, la mafia e i maccheroni:

S U C A !


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