La giusta misura.

A qualsiasi cosa si pensi tra le innumerevoli che gli umani possono compiere, non ce n'è una che sfugga alla regola primaria: la giusta misura.

Non si tratta di una misura "media", né troppo, né troppo poco, ma si tratta dell'unica possibile in quelle precise, temporanee e irripetibili condizioni. Capita a tutti, in ogni campo, di raggiungere un punto insuperabile come soluzione contingente di qualcosa: un gesto atletico, un'attività di lavoro, un gioco, qualsiasi campo insomma.

Non esistono metodi sicuri per raggiungere la giusta misura, ma solo l'approssimarsi ad essa per tentativi falliti, per misure "quasi giuste". Il successo attraverso i fallimenti è d'altronde la condizione umana dovuta alla nostra particolare biologia cognitiva e relativa. Nessuno di noi possiede la verità assoluta e immutabile, anche se in troppi hanno fede invece di possederla. Non c'è altro modo che insistere nella ricerca della giusta misura qui e ora, misura che non varrà più oltre e se ne dovrà quindi cercare un'altra, poi un'altra e così via.

Una giusta misura è talmente auto-evidente che si impone per il fatto stesso di esserci. Diviene oggetto di ammirazione e studio. Nel caso invece che essa sia ben lontana dall'essere raggiunta porta sovente al dileggio sconsiderato di chi si trova così a mal partito.

Tutto è talmente faticoso che la tentazione di preferire la misura media, o anche una di quelle sbagliate fingendo che sia giusta, è fortissima.

Bene, il miglior modo per impedirsi di farcela, almeno per una volta, è proprio questo.

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