Un momentaneo distacco dal corpo.

Se c'è una cosa che dovrebbe trovare tutti d'accordo è la relatività dell'esperienza di ciascun essere umano. Tutto inizia e finisce nel corpo, luogo insuperabile del nostro vivere. Gli umani nascono con un corpo e di quello vivono fino alla sua fine biologica.

Il mondo esiste in quanto risultato delle percezioni fisiche del corpo umano. Ciascuno quindi vive in un proprio mondo che negli anni ha imparato ad attraversare. La mente elabora di continuo i dati sensoriali fornendo in tempo reale, o quasi, la sintesi che serve per mantenere la vita nel corpo fino a che la natura non finirà per impedirlo.

Su queste basi, sembrerebbe che si sia condannati a vivere in un'assoluta soggettività e autoreferenzialità. Soccorre invece la comunanza di specie. Essendo tutti nella medesima condizione, esiste una "zona grigia" nella quale le singole esperienze possono sovrapporsi e risultare familiari e riconoscibili anche ad altri oltre al diretto interessato. Le immagini lavorano proprio in questo ambito e quelle fotografiche possono arrivare alle conseguenze più avanzate generando convincenti simulazioni visive del mondo. Così convincenti da poter essere abitate dalla mente operando un momentaneo distacco dal corpo.

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