L'undicesimo comandamento

Frame dal film "Schindler's List" di Steven Spielberg (1993).

Sono del 1957.
Per quanto posso ricordare, fin da bambino mi è sempre stata raccontata la storia orribile della persecuzione mortale di milioni di persone che avevano come unica colpa quella di appartenere alla religione monoteista più antica che si conosca. Si trattava di fatti che avevano smesso di accadere in Europa solo dodici anni prima della mia nascita.

Oggi l'ufficialità del mondo ricorda quegli eventi. Si diranno cose, si faranno cose. Mi spiegano che questo serve a mantenere viva la memoria. Ad evitare che capitino ancora tragedie così terribili.
Oggi penso che sia una bugia. Penso invece che serva solo a ricordare che i discendenti di quelle persone lì non devono più essere perseguitati e uccisi. Solo quelle persone lì però.
Basta essere una persona di un'altra religione monoteista, un poco meno antica, perché la morte possa continuare a perseguitare chi non ha altre colpe: un bambino, una madre o un povero vecchio.

Oggi i discendenti di persone inermi uccise ingiustamente che continuano a uccidere persone inermi non rispettano l'undicesimo comandamento, quello più importante: "chi non impara dalla propria storia è condannato a ripeterla".

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